Giorgio Goggi, ex docente del Politecnico, architetto, assessore ai Trasporti dal 1998 al 2006 nella giunta Albertini, candidato sindaco per i Socialisti nel 2021, cosa pensa di Area B?
«Sono molto perplesso su questi provvedimenti: Milano non è una città isolata ma una conurbazione da 5 milioni di abitanti dove tutti si muovono dal centro alla periferia in un movimento multiorientato. Pensare di chiudere solo il centro della città produttiva per l'inquinamento mi sembra un'operazione riduttiva e anche un po' strana. E pericolosa perché fa sì che saranno sempre di più le attività che usciranno da Milano.
Si spieghi meglio...
«Faccio un esempio: la giunta ha il terrore delle automobili ma negli anni Settanta entravano 700mila auto di pendolari, nel 2006 ne arrivano 450mila, oggi 400mila: è stata aperta la linea 5 della metro e sono diminuiti gli ingressi. Non è vero che siamo sempre assediati dalle auto, soprattutto se facciamo le scelte giuste».
Tipo?
«Abbiamo fatto il passante ferroviario che trasporta 320mila persone al giorno, che non è poco, però non ci sono i parcheggi di interscambio in corrispondenza di tutte stazioni. Se ci fossero, il numero dei passeggeri del passante potrebbe salire a 500mila. Con il secondo passante che era stato progettato da noi, e cancellato dalla giunta Pisapia, sarebbero saliti ulteriormente».
Perché fu cancellato?
«Nessuno ha dato una giustificazione, ma il secondo passante consentiva di arrivare a Milano in treno da tutte le città della Lombardia. Non possiamo pensare che la gente si dimentichi delle auto e vada in giro in bicicletta. O che non facendo i parcheggi, non si usino più le auto: l'auto vien usata da chi ne ha bisogno. La nostra giunta aveva messo 25mila auto sotto terra, la giunta Moratti li ha revocati, ma il problema delle grandi città non è quello di eliminare le auto, ma di interrarle. Ad Amsterdam, che è una città dove tutti vanno in bici c'è un'enorme quantità di parcheggi interrati. La guerra alle auto che diventa una guerra contro i cittadini».
Non solo, ma a questo è sotteso il discorso di cittadini di serie A e serie B per cui chi sta in centro ha il box e si muove agilmente sui mezzi mentre chi vive in periferia o viene da fuori è costretto ad arrangiarsi perchè non può più venire in auto, a fronte di un servizio pubblico non sempre eccellente...
«Certo, oltre al fatto che il pendolarismo si sta invertendo perchè molte aziende si sono spostate fuori città. Poi c'è un altro aspetto...».
Quale?
«Adesso è partita la questione delle auto elettriche: dal 2030 non ci dovranno essere più auto a combustibile termico. Tra poco le elettriche costeranno molto di più delle auto benzina e si stanno realizzando combustibili non inquinanti di tipo organico, se anche comprassimo tutti auto elettriche non avremmo la possibilità di ricaricarle perchè a Milano ci sono sempre 700mila macchine posteggiate in strada ma non abbiamo la possibilità di mettere le colonnine sui marciapiedi».
Altro punto fondamentale il riscaldamento che si è visto essere la causa principale dell'inquinamento: le case erp del Comune e gli edifici pubblici sono riscaldati a gasolio, ma il sindaco continua a fare finta di nulla.
«Anche questo problema si potrebbe risolvere: la città galleggia su una falda utilizzabile per le pompe di calore.
Se il Comune facesse un piano di aiuti per i condomini e si riaprissero i Navigli, MM ha calcolato che 7mila appartamenti potrebbero essere riscaldati e raffrescati con le acque dei canali. Se facessimo un'altra politica, invece di combattere le auto, potremmo eliminare gran parte del Pm10».
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