«Ebrei a morte, topi vi veniamo a prendere nelle vostre fogne», «Ebrei nazisti pagherete per quello che state facendo», «Ebreo maiale per te finisce male», «Palestina libera dai nazisti ebrei», «Combatteremo per i nostri fratelli in Palestina, questo vuole Allah e non mancherà la sua promessa». Minacce di morte e insulti antisemiti sono apparsi sulle mura del bagno di un locale nel cuore del quartiere ebraico, Bande Nere. Insulti scritti a pennarello corredati da mezzelune arabe e stelle di David barrate con le croci, in segno di sfregio. L'episodio segue la serie di eventi tragici che hanno scosso l'Europa in questi giorni: Parigi con l'allarme bomba e l'evacuazione del Louvre, l'attacco Jihadista in Belgio dove, al grido di «Allah akbar», sono morti due tifosi svedesi e, infine, Roma dove ieri è stata evacuata la scuola ebraica. La paura e l'odio sembrano aver raggiunto anche Milano, ponendo un dubbio sulla coesione sociale della città dove la presenza di ragazzi di origine araba di seconda generazione è molto nutrita.
Questo gesto offensivo ha uno scopo intimidatorio nei confronti della comunità ebraica milanese, ma sembra essere stato compiuto da ragazzini esaltati o individui affetti da evidenti carenze intellettuali. È importante sottolineare che il locale, nonostante si trovi nel quartiere ebraico, non è gestito da persone di religione ebraica, il che rende l'atto ancora più incomprensibile. I dipendenti del locale esprimono la loro preoccupazione e il disagio che li attanaglia a seguito della scioccante scoperta. Uno di loro ha dichiarato: «Quando siamo entrati in bagno e abbiamo letto le minacce di morte, ci siamo sentiti profondamente preoccupati. Nel quartiere c'è un'atmosfera tesa e carica di odio che riguarda tutti». Un altro dipendente ha aggiunto: «Siamo angosciati. Per ora si tratta solo di scritte sui muri, ma chi può garantire che domani non possa accadere qualcosa di ancora più grave?».
Un gesto che si inserisce nel solco degli arresti dei giorni scorsi quando vicino a Milano sono stati arrestati uomini di origine egiziana, Refaei Alaa, classe 1979, cittadino italiano e Nosair Gharib Hassan Nosair Mohamed, classe 1974, appartenenti a una rete di 250 integralisti dediti al proselitismo a favore dell'Isis e con contatti anche nei territori palestinesi.
Cittadini apparentemente integrati che vivevano e lavoravano come muratori fra Monza e Sesto San Giovanni, ma entrambi devoti alla guerra santa e che chiamano gli ebrei «scimmie» giurando di voler issare la bandiera dell'Isis sulla Casa Bianca e a Tel Aviv. I fatti di ieri però ci dicono che gli arresti non bastano e che i mostri vivono e prosperano anche fra noi.
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