Minacciato chiama il 112 ma viene arrestato

Il «cliente» a caccia di una prestazione sessuale gratuita tenta di sfondargli la porta di casa e lui chiede (e ottiene) l’aiuto dei carabinieri. Ma quando i militari accertano che si era sottratto a un’ordinanza di espulsione, finisce in manette. È la singolare disavventura vissuta ieri da un transessuale brasiliano di 33 anni, che - in preda al panico - aveva chiamato il «112» perché un uomo stava provando ad abbattere la porta del suo monolocale.
I carabinieri della Stazione Tomba di Nerone hanno bloccato l’esagitato - un romano di 42 anni, residente ad Anguillara Sabazia -, denunciandolo a piede libero per danneggiamento. Ma dai successivi accertamenti è emersa una doppia sorpresa: il trans, risultato inottemperante ad un provvedimento di espulsione emesso a suo carico, è stato condotto in caserma e arrestato. Il cliente, invece, è risultato essere l’inquilino del monolocale concessogli in locazione, come prestanome, da una società, il cui amministratore unico è stato deferito all’autorità giudiziaria. Denunciato anche il 42enne, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ma in una nota congiunta Antonella Casu, segretaria di Radicali Italiani, e Sergio Rovasio, segretario di «Certi Diritti» polemizzano non poco per un arresto definito «beffardo».

«Ci appare francamente strano il comportamento delle forze dell’ordine che hanno arrestato un transessuale brasiliano clandestino che ha avuto il coraggio di chiamare i carabinieri perché un uomo le stava sfondando la porta di casa sua. Cosa doveva fare per salvarsi? Farsi uccidere così tutti si sarebbero disperati (a parole) per l’ennesimo episodio di violenza ed emarginazione?».

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