Alcuni errori da evitare per salvare una bottiglia e degustare al meglio un vino

Anche i più esperti enofili possono commettere errori che danneggiano la qualità del vino e compromettono la sua degustazione. Eccone alcuni da evitare per salvare le vostre bottiglie

Alcuni errori da evitare per salvare una bottiglia e degustare al meglio un vino
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Anche i più esperti enofili possono commettere errori che danneggiano la qualità del vino e compromettono la sua degustazione. Sono errori che non hanno nulla a che vedere con la scarsa padronanza del linguaggio o delle competenze tecniche utili per descrivere e valutare un vitigno e il suo terroir. E vanno piuttosto imputati alla modalità di conservazione delle bottiglie.

Dove ha riposato quel vino che si accinge a stappare? In una cantina a volte del ‘600 in assenza di luce, vibrazioni e odori, unita alla temperatura ideale di tra i 10 e i 12 gradi ed un tasso di umidità tra il 50 e il 70 per cento? Come in un rifugio a 5 stelle, con tutti i comfort previsti? Oppure ha trascorso giorni insonni e tumultuosi sulla mensola in cucina, illuminata a giorno dai faretti, accanto al forno, sotto il condizionatore, vicino al frigorifero, sopra il ripiano dove il frullatore tritura quotidianamente tutto il triturabile?

Perché se quest’ultimo è stato il trattamento ricevuto, tra sbalzi di temperatura e rumori, non stupiamoci se, il grande giorno del debutto in tavola, il vino ci ripagherà con la stessa moneta deludendoci. La colpa non sarà sua ma nostra. Che non abbiamo fatto il possibile, pur non avendo a disposizione cantine antiche come musei del vino o cantinette frigo tecnologiche, per trovargli uno spazio idoneo in casa, al riparo dai principali agenti disturbatori. E se è vero che il vino deve dormire, occorre anche evitare l’errore di non reclinarlo.

Ponendolo sdraiato, in modo che il tappo non si secchi e si mantenga umido ed elastico, lo si protegge, impedendo all’aria di entrare, per una ideale conservazione. Da evitare anche l’abitudine di non assaggiare il vino prima di servirlo. Per fare una gentilezza agli ospiti e verificare che sia tutto a posto, è opportuno provare il primo sorso assicurandosi altresì che la temperatura di servizio sia ottimale. Soprattutto se si tratta di un rosso che comunemente si offre a “temperatura ambiente”. Che non è riferita a quella presente in casa (a meno che ci si sia trasferiti in cantina) e che solitamente è superiore a quella dei 14 o 15 gradi consigliati per questo tipo di vino.

E poi la forma ha il suo peso. Pari a quello della sostanza. Ad ogni vino il suo calice.

Che per un rosso importante dovrà corrispondere ad un bicchiere dalla forma ampia e panciuta, dove il vino si possa accomodare per esprimere la complessità dei suoi profumi in uno spazio adeguato. Sempre che sia stato conservato a regola d’arte.

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