Vuitton riapre in Montenapo. Una dimora in stile milanese

Ricostruita un’autentica (elegante) casa di ringhiera. Spazi raddoppiati dove si intrecciano arte, cibo e moda

Vuitton riapre in Montenapo. Una dimora in stile milanese
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Dell'Egitto dei faraoni restano tombe, templi e le piramidi, gli antichi greci ci hanno insegnato i tre ordini architettonici della pure bellezza mentre dai romani abbiamo ricevuto acquedotti che ancora funzionano e l'impianto urbanistico delle grandi città. Noi a posteri lasceremo solo dei negozi di moda? La domanda è per Pietro Beccari, presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton che ieri ha inaugurato il concept store milanese dello storico marchio francese meravigliosamente rifatto al numero 2 di via Montenapoleone. «Li facciamo così belli apposta» risponde ridendo il supermanager che dal 2023 è ai vertici del brand più importante del Gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) dopo aver rivestito analoghi ruoli da Fendi e Christian Dior.

Nato a Balicagoiano in provincia di Parma, Beccari da ragazzo voleva fare il calciatore e c'era quasi riuscito fino a quando al Parma non arrivò il «profeta di Fusignano» ovvero Arrigo Sacchi che gli fece capire due cose fondamentali: non era un fenomeno nel calcio, ma in altri campi poteva essere meglio di Maradona. È andata proprio così. Dopo gli studi di economia il nostro eroe è andato a lavorare nel reparto marketing di Benckiser in Italia e in quello di Parmalat negli Usa.

Poi è diventato vicepresidente della divisione haircare di Henkel in Germania e nel 2006 viene assunto in LVMH da Yves Carcelle, l'uomo con cui Bernard Arnault ha costruito basi e fondamenta del suo impero. Lui gli affida Berluti che Beccari rilancia alla grande per poi passare da Fendi a Roma dove nel 2015 inaugura il più grande flagship store del marchio nel mondo con un'incredibile terrazza affacciata su Piazza di Spagna che ospita il ristorante giapponese Zuma.

È il primo passo verso un cambiamento epocale nel mondo del lusso: negozi come tabernacoli del lifestyle in cui l'arte, la cultura, il cibo e la moda hanno un ruolo centrale. Ripete l'exploit al 30 Montaigne, la storica maison aperta da Christian Dior in persona nel 1947 che lui ha trasformato in un luogo incredibile per cui è stato anche coniato un neologismo, «retailtenment» che sta per entertanment nel retail. «Qui abbiamo fatto lo stesso» spiega davanti a una stupenda libreria di Ico Parisi che fa parte degli arredi storici selezionati insieme con i pezzi più interessanti del nuovo design italiano. Il plurale s'impone visto che il nuovo negozio è stato progettato dall'archistar Peter Marino. Con lui il megastore milanese ha raddoppiato gli spazi ricostruendo nello storico Palazzo Taverna un'autentica casa di ringhiera con tanto di ballatoi su cui si affacciano salotti e salottini contenenti ogni ben di Dio.

C'è la moda donna disegnata da Nicholas Gesquiere, l'uomo firmato da Pharrel Williams, l'alta gioielleria, scarpe, borse, valige e poi i cosiddetti Objets Nomades presentati ogni anno durante il Salone del Mobile (quelli di quest'anno sono a Palazzo Serbelloni in Corso Venezia 16, imperdibili) la Home collection con pezzi di Art de la Table da perdere la testa e la nuovissima signature collection.

In una delle stanzette affacciate sulla cosidetta «ringhera» (la ringhiera in dialetto milanese) c'è l'impeccabile riproduzione con tanto di camino Art Nuveau della casa di Asnière-sur-Seine in cui viveva e lavorava la famiglia Vuitton. Alle pareti c'è una collezione d'arte contemporanea di tutto rispetto con opere di Carla Accardi, Fortunato Depero e Mimmo Paladino. Basta inquadrare il QR code accanto all'opera per leggere tutte le informazioni del caso.

Il vero pezzo forte è però la caffetteria ricavata dal cortile interno del Palazzo affacciato su via Montenapoleone e il ristorante DaV da Vittorio con ingresso da via Bigli. «Con i fratelli Cerea spiega Beccari abbiamo già il ristorante a mare dello Sporting di Portofino, la loro cucina è come tutto quello che propone Vuitton: parte della cultura contemporanea».

Per celebrare questa spettacolare riapertura Vuitton sosterrà il Comune nella valorizzazione di un'area del Castello Sforzesco. Non è ancora dato sapere quale ma da oggi il milanese imbruttito potrà dire con aria saputa: «Qui si vive da ricchi essendo ricchissimi».

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