Modiano: "Il 2017 un anno d'oro, lavoriamo per far crescere il traffico intercontinentale"

Il presidente di Sea: "A Malpensa stiamo iniziando a raccogliere i frutti di semine fatte negli anni passati per attrarree le compagnie aeree, migliorare il servizio al passeggero, controllare i costi che ci haconsente di investire, autofinanziare, guardare con coraggio al futuro"

Modiano: "Il 2017 un anno d'oro, lavoriamo per far crescere il traffico intercontinentale"

A Milano Malpensa si aprono nuove prospettive di crescita sui voli a lungo raggio dopo la decisione di easyJet di “volare in tutto il mondo” attraverso il Worldwide by easyet per i collegamenti in connessione dallo scalo intercontinentale che diventerà operativo dal prossimo aprile con le compagnie Norwegian - new entry nello scalo - e Neos che ha appena presentato il nuovissimo Boeing Dreamliner.

Annuncio che arriva a fine 2017 segnato da aumenti di passeggeri a doppia cifra, attorno al 15% rispetto al 2016 a cui si aggiunge il rafforzamento della leadership nazionale nel cargo. “È un anno d’oro questo, per Sea e in particolare per Malpensa”, commenta Pietro Modiano, presidente di Sea, dopo la presentazione dell’iniziativa di easyJet che aumenterà il traffico sul lungo raggio dal Terminal 2 anche con nove nuovi collegamenti e aeromobili in grado di trasportare più passeggeri e l’obiettivo di arrivare a 8,4 milioni a fine 2018, rafforzando e innovando l'offerta di voli dalla sua più importante base nell'Europa continentale.

Soddisfazione perché è un anno di “crescita armonica - prosegue Modiano - in cui sono maturate diverse iniziative, semine che abbiamo fatto negli anni precedenti e di cui abbiamo cominciato a raccogliere i frutti”. E questo significa anche “risultati economici che saranno buoni, forse non eccezionali, ma rappresentano una solida base di crescita futura”. Strategia di Sea che ha portato lo scalo a imboccare la strada della ripresa strutturale. "Andiamo avanti nei nostri investimenti incoraggiati anche dai buoni risultati intermedi di traffico, riconoscimento di qualità e capacità di creare valore - aggiunge - e se cambieremo qualcosa sarà verso l’alto. Accelereremo i progetti e dovremmo adattarne alcuni in funzione di una crescita del traffico che credo alla fine si rivelerà superiore alle nostre aspettative iniziali”.

“Abbiamo avuto la capacità di aver capito in che direzione andava il mercato e abbiamo anche fatto di necessità virtù perché alla fine Malpensa poteva finire nell’angolo rispetto a grandi sistemi aeroportuali dominati dagli hub carriers. Senza hub carrier, le compagnie di bandiera che organizzano il federaggio, un grande aeroporto come il nostro era effettivamente a rischio di declino. Per evitarlo - spiega il presidente di Sea - abbiamo lavorato su tre assi principali. Il primo è l’attrazione di compagnie aeree, e oggi Malpensa è a parità di dimensione uno dei grandi scali a più alta rappresentanza di vettori. Il secondo è il servizio al passeggero, inclusa l’operatività commerciale. Il terzo il controllo dei costi che tende ad essere ossessivo come deve essere in qualunque azienda ben governata perché ci consente margini per poter investire, autofinanziare, guardare con coraggio al futuro”.

“Nel 2105 - ricorda - siamo stati premiati come miglior aeroporto europeo nella sua categoria e noi vogliamo essere un grande aeroporto intercontinentale, tenendo conto che abbiamo quasi 6 milioni di passeggeri sul lungo raggio senza avere un hub carrier. Quando c’era Alitalia abbiamo sfiorato i 7 milioni, ma c’erano 7,5 milioni di transiti che alimentavano il lungo raggio. Stiamo andando bene su questo fronte ed è chiaro che l’obbiettivo di fare di Malpensa un grande aeroporto intercontinentale per noi è centrale”.

“Investimenti in nuove infrastrutture e servizi moderni sono stati fondamentali per convincere le compagnie a volare da Malpensa e a rendere sempre migliore l’esperienza dei passeggeri. In uno scenario e un trend positivi per Milano - conclude Pietro Modiano -. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere impegnati in questa strategia di sviluppo nel momento in cui Milano decollava come grande città internazionale attraente per turisti e per chi viaggia per affari.

Se non fossimo stati bravi rischiavamo invece di essere una strozzatura per la Milano che cresceva. Questo rischio è stato evitato e se non dico che siamo diventati un pezzo dell’attrattività, penso che forse lo possiamo diventare”.

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