Se le storie che riempiono le cronache di questi giorni insegnano qualcosa, è che gli autori delle violenze di genere provengono da tutti i contesti. Così anche le vittime: che indossino il tailleur o la minigonna, che abbiano 20 anni o 50, che stiano andando in ufficio alle 8 del mattino o in discoteca alle 2 di notte. Una di queste vicende giudiziarie è vicinissima all'esperienza di ciascuno di noi.
È il 22 giugno scorso, quando una giudice in servizio in un tribunale del distretto di Milano, scende le scale della metropolitana di Milano con un trolley, alla stazione di Porta Venezia. Sono le 8.25: la magistrata sta andando al lavoro quando le si avvicina un 32enne egiziano, incensurato e ristoratore in Italia da 10 anni. «Hai bisogno di aiuto per la valigia?», le chiede con insistenza. Lei risponde di no. L'egiziano la trascina e la molesta pesantemente.
Nelle indagini della squadra mobile, diretta da Marco Calì e finite sul tavolo del pm bresciano, vengono analizzate le immagini dei video sorveglianza, e compiuti gli accertamenti sulle celle telefoniche. Da queste emerge che il molestatore - che per l'episodio della giudice è stato condannato dal gip Gaia Sorrentino a 4 anni di carcere - sarebbe un seriale: altre donne avevano già denunciato episodi simili, tutti avvenuti negli stessi giorni nei pressi di fermate dell'autobus e della metro. Tutti con le stesse modalità. Sono ancora in corso accertamenti nell'indagine parallela della procura milanese, ma l'autore sarebbe proprio lui.
Ecco gli episodi. Il primo sarebbe avvenuto nella metro Repubblica ad aprile 2023. Gli altri a breve distanza l'uno dall'altro: una ragazza di 22 anni viene palpeggiata alla stazione di Pasteur, alle 16 del 21 giugno 2023. Un altro avviene il 22 giugno alle 7,30 - un'ora prima dell'episodio della giudice - alla fermata di via Pergolesi: una giovane sta salendo sull'autobus, quando il 32enne le si avvicina alle spalle, molestandola pesantemente. Alle urla di lei, che riesce a reagire dopo essere rimasta per alcuni secondi scioccata e paralizzata, oltre che di un'altra passeggera, l'uomo si allontana. Il 32enne viene arrestato e portato in carcere l'8 luglio, su ordine del gip di Brescia Andrea Guerriero.
Il suo difensore ha chiesto che possa finire di scontare la condanna a 4 anni - inflitta il 3 novembre - ai domiciliari. Nella sentenza gli è stata riconosciuta l'attenuante della minore gravità del fatto, equivalente all'aggravante di aver profittato di «circostanze tali da ostacolare la pubblica o privata difesa».
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