Diciamo la verità. Di solito, le saghe progrediscono, qualitativamente, in maniera inversamente proporzionale agli episodi che le compongono. Più aumenta il numero progressivo accanto al titolo e minore è lo spessore artistico del film. Figuriamoci questa, arrivata al capitolo numero 10, uno degli esempi più incredibili (e non sempre spiegabili) di longevità. Fast & Furious è nato come un brand «testosteronico», con pochi ingredienti, ma miscelati bene: corse clandestine, macchine da urlo, ragazze da capogiro e protagonisti con la faccia giusta per affezionarti. Dove le trame erano un pretesto da plasmare intorno a questi suoi cardini di base. Adesso, vedi Fast X e ti chiedi che cosa ne è stato dell'essenza dei primi episodi. Due vere scene di inseguimenti con le macchine (ma non stiamo parlando di corse clandestine), ad inizio e fine film, con in mezzo un ripetuto richiamo al concetto di famiglia allargata, che ti viene proposto ogni cinque minuti. Qualche corpo a corpo, come se ne vedono in centinaia di polizieschi, e si tira a campare. Con in più la prospettiva che questo film è solo la prima parte della storia e che dovremo vedere un undicesimo capitolo per capire come andrà a finire.
Per fortuna c'è Jason Momoa, nei panni di Dante, un villain che ricorda il Joker e si prende la scena, psicopatico che non puoi non amare. In cerca di vendetta dopo che, in Fast & Furious 5, Dom e il resto della squadra gli avevano ammazzato il padre, il boss Hernan Reyes. Come detto, le vere scene di azione sono solo due, in particolare una iniziale, girata a Roma, che sa essere divertente per quanto sia (volutamente) ridicola. A partire dal fatto che non ci sia traffico (a Roma!) e che le strade siano linde e senza buche. Siccome la famiglia è al centro del film, Dante vuole eliminare quella di Dom, prendendosela con il figlio di 8 anni.
Insomma, un blockbuster estivo, arrivato, forse, troppo presto in stagione, da aria condizionata, cervello scollegato e scatola di popcorn gigante da sgranocchiare. Almeno questo, da guardare rigorosamente su grande schermo.
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