Picchiò, fino ad ucciderla, la fidanzata e per questo è stato condannato a quindici anni di carcere. Quando uscirà, però, troverà ad aspettarlo la punizione della tribù. Un 36enne aborigeno, in Australia, sarà sottoposto alla punizione delle lance una volta scontata la pena dietro le sbarre.
Il fatto all’origine della doppia sentenza avvenne poco più di un anno fa, nel luglio del 2015. Danny Ferguson, insieme alla compagna Serena Amos, parte per un viaggio in camper che durerà due settimane. Una bella vacanza on the road, attraversando gli affascinanti sentieri dell’Australia del Sud. Presto quel sogno di viaggio si trasforma in un incubo per la donna che viene pestata, picchiata e sottoposta a ogni genere di violenze. Esagera, Ferguson. Tanto che la donna, provata dalle numerose emorragie interne, muore a seguito di un collasso cardiaco.
Per sottrarsi alla giustizia, il 36enne aborigeno aveva deciso di scappare sulle piste polverose australiane. Prima con il camper, poi – per evitare di essere identificato – aveva scelto di camminare a piedi verso le montagne. La sua fuga non è durata più di quattro giorni, quando i poliziotti gli hanno stretto le manette ai polsi.
La sentenza della magistratura lo ha condannato a quindici anni di reclusione e non potrà chiedere di essere rimesso in libertà sulla parola prima che ne abbia trascorsi almeno dodici dietro le sbarre. Una volta uscito, però come riporta ABC, il 36enne aborigeno dovrà scontare un’altra pena.
Quella che gli è stata comminata dalla tradizione della tribù che prevede la pena delle lance nei confronti di chi uccide la sua donna. Sarà trafitto, per cinque volte a ciascuna delle gambe, con le armi dai membri del clan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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