Adesso parla Massolo: "Vi dico cosa accadrà. E dove arriverà lo Zar..."

Il futuro della guerra dipenderà da vari fattori e Putin potrebbe non avere alcun interesse ad allargare il conflitto. L'opinione dell'ex direttore dell'intelligence italiana (Dis) Giampiero Massolo

Adesso parla Massolo: "Vi dico cosa accadrà. E dove arriverà lo Zar..."

La Russia sa che una delle "regole" occidentali nei confronti dell'Ucraina consiste nel non coinvolgere direttamente la Nato nel conflitto. Ed è per questo che, di tanto in tanto, il Cremlino solleva minacce o evoca lo spauracchio di un testa a testa tra Washington e Mosca. Ne è convinto Giampiero Massolo, ex direttore dell'intelligence italiana (Dis) e già segretario generale della Farnesina, che ha provato a tracciare il futuro della guerra ucraina.

Il coinvolgimento della Nato e le minacce di Mosca

La Nato, al momento, sta fornendo supporto all'Ucraina, "un Paese aggredito che chiede di difendersi". "Nessuna delle attività dei Paesi membri della Nato si configura come intervento diretto. Sono tutte attività compatibili con il diritto internazionale e la Carta dell'Onu", ha spiegato Massolo nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero. A detta di Massolo, prima di focalizzare l'attenzione su eventuali coinvolgimenti diretti della Nato vale la pena fare alcune considerazioni su Mosca.

"Putin ha tutto un armamentario di possibilità per allargare il conflitto senza entrare in guerra con l'Occidente. Può creare problemi in altri scenari di crisi come il Sahel, dove operano i mercenari Wagner, o in Siria, nelle Repubbliche caucasiche e nei Balcani, in Bosnia Erzegovina, fomentando le ambizioni della parte serba", ha dichiarato Massolo. Ma Mosca potrebbe anche ricorrere ad armi biologiche o chimiche, mentre l'opzione nucleare, ad oggi, appare lontana e remota. "C'è un dopoguerra anche per Putin e ricorrere a un'arma ancorché di teatro, ma nucleare, rischierebbe di comprometterlo".

Il futuro del conflitto

Il futuro del conflitto dipenderà da vari fattori. Putin potrebbe non avere alcun interesse ad allargare il conflitto nel caso in cui "avesse successo la sua ridefinizione delle priorità di queste ore". "Che Mosca abbia ridefinito gli obiettivi prova la sottovalutazione fatta da Putin delle capacità difensive ucraine e della compattezza dell'Occidente, ma anche l'efficacia della tattica occidentale di andare in soccorso dell'aggredito armandolo e sanzionando la Russia in un modo quasi senza precedenti, facendo crescere il prezzo dell'invasione", ha sottolineato lo stesso Massolo.

La Russia, insomma, sembra aver ridefinito i propri obiettivi. Adesso Mosca punta al sud-est dell'Ucraina, al Donbass, e forse pure a creare due continuità territoriali: una tra Crimea e lo stesso Donbass, l'altra tra Crimea e Transnistria, da conseguire mediante la conquista di Odessa, estromettendo Kiev dall'accesso al mare.

Ma non è finita qui, perché a detta di Massolo l'esercito russo potrebbe conseguire altri obiettivi, tra cui "accerchiare le forze ucraine concentrate dal 2014 nel sud-est contro i separatisti del Donbass, conseguendo il disarmo, infine tagliare le linee di approvvigionamento e incutere timore". "Nello specifico i russi hanno due obiettivi: la conquista di Dnipro ed eventualmente Odessa", ha chiarito l'ex numero uno del Dis. Certo è che le prossime ore e i prossimi giorni saranno decisivi per capire quale sarà il futuro dell'Ucraina.

In ogni caso, "siamo ben lontani dall'idea dello scontro diretto con l'Occidente.

La Russia è sì una potenza nucleare, con un potenziale di ricatto, ma è consapevole di una situazione economico-sociale al limite della precarietà. La possibilità di definire come successo gli obiettivi minimi dell'operazione speciale fa premio rispetto a un confronto globale non sostenibile", ha sottolineato lo stesso Massolo.

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