Il bilancio è ancora provvisorio, ma già parla di almeno trenta vittime tra i civili, morte sotto i bombardamenti che oggi sono tornati a colpire Aleppo, città siriana che l'Unicef descrive come una nuova Sarajevo e dove è stata colpita una struttura ospedaliera gestita da Medici senza frontiere.
Da sei giorni la città è di nuovo sotto le bombe, come molte volte lo è stata in questi anni di guerra civile. A morire all'ospedale 14 persone, denuncia la Ong, anche donne e bambini e molti sono i feriti in condizioni particolarmente gravi, considerazione che dà modo di credere che il bilancio delle vittime salirà ulteriormente.
A essere colpiti in questi giorni sono stati i quartiere nella parte orientale della città, che sono ancora in mano ai ribelli e che le forze governative e filo-governative intendono riconquistare. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo con sede a Londra, che per i suoi report utilizza una rete di attivisti sul campo, parla di 139 civili morti in sei giorni, mentre gli uomini di Bashar al-Assad preparano un'offensiva.
All'ospedale Al Quds, finito sotto i bombardamenti, "c'erano pronto soccorso, ambulatorio, terapia intensiva e sala operatoria - spiega la sezione italiana di Medici senza frontiere -. Ora è tutto distrutto". Nella struttura lavoravano 8 medici e 28 infermieri, in quello che era "il centro di riferimento principale per la pediatria" in città.
Tra chi ha perso la vita oggi c'era anche l'ultimo pediatra rimasto in città.
Se le forze armate siriane hanno negato alla televisione di Stato di avere lanciato i raid che hanno colpito l'ospedale, Medici senza frontiere è tornata a ribadire che le cliniche non possono diventare obiettivo degli attacchi aerei.Una circostanza fin troppo comune: a ottobre dello scorso un raid americano ha colpito l'ospedale della ong a Kunduz, in Afghanistan. In 22 hanno perso la vita allora.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.