Fortissima tensione nell'est dell'Ucraina, dove vanno avanti i combattimenti alla vigilia dell’atteso vertice a quattro a Minsk tra Vladimir Putin, François Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko. A Kramatorsk, nella regione di Donetsk, riconquistata in estate dalle truppe governative, i ribelli filo-russi avrebbero lanciato una nuova offensiva, sparando trenta razzi Tornado e causando undici morti e il ferimento di 60 persone (di cui 32 militari). Il presidente ucraino Poroshenko ha denunciato che i separatisti hanno attaccato il quartier generale dell’esercito e una vicina area residenziale con un fitto lancio di razzi. I ribelli filorussi negano ogni addebito.
Un fotografo dell'agenzia Reuters racconta di aver visto il corpo senza vita di una donna rimasta colpita dall'attacco, avvenuto in una zona residenziale composta da palazzi a più piani. Un bambino che era insieme a lei è rimasto ferito, ha aggiunto il testimone. Questa mattina i volontari, al fianco delle forze ucraine, avevano lanciato un’offensiva contro i separatisti nei dintorni di Mariupol, e gli scontri proseguono anche più a nord, a Debaltsevo. Combattimenti fra separatisti e il battaglione di Azov sono in corso nella località di Shyokyne, come ha reso noto il ministro della difesa della repubblica di Donetsk. Un portavoce del battaglione Azov aveva rivendicato la conquista del controllo di diverse località a nordest di Mariupol.
At least one woman dead here in #Kramatorsk. Looks like Smerch or Uragan rockets. Horrible scene. People in shock. pic.twitter.com/8BYR9Qeq7s
— Christopher Miller (@ChristopherJM) 10 Febbraio 2015
Nel sud della Russia, intanto, sono iniziate esercitazioni militari su vasta scala che vedono impegnati 2mila soldati, tra unità speciali e intelligence militare. Duecento i mezzi coinvolti, in sette diversi poligoni. Le esercitazioni andranno avanti almeno per un mese. Vladimir Putin ostenta forza e sicurezza e assicura che la Russia "continuerà la sua politica estera indipendentemente dalle pressioni". Una chiara risposta alla denuncia di Barack Obama, secondo cui Mosca "continua a viola egli impegni" in Ucraina. Un clima infuocato nelle ore in cui a Minsk dovrebbe riunirsi il Gruppo di contatto sull’Ucraina (con i rappresentanti di Mosca, Kiev, dei ribelli e dell’Osce) per preparare l'atteso vertice di domani nella capitale bielorussa.
La comunità internazionale si aspetta (o meglio spera) una nuova tregua. In vista ci sono nuove sanzioni a Mosca e la fornitura di armi pesanti da parte degli Usa a Kiev. Quest’ultima non è tramontata, nonostante il fermo no dell’Ue dopo l’incontro di lunedì tra Obama e Merkel. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha avvertito che forniture di armi comporterebbero "un’ulteriore escalation del conflitto" in Ucraina.
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, assicura che Mosca vuole contribuire a una "soluzione politica", attraverso "un dialogo diretto" tra Kiev e i rappresentanti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Nuove sanzioni e l’invio di armi "destabilizzeranno ulteriormente la situazione", ammonisce il Cremlino.In serata il capo della Casa Bianca, Barack Obama, ha chiamato Vladirmir Putin: i due presidenti hanno discusso delle violenze e della presenza e delle azioni delle forze russe nelle regioni orientali ucraine, all'orgine della crisi iniziata ormai quasi un anno fa. Il presidente Obama ha ribadito il sostegno degli Usa all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina e ha anche espresso la sua preoccupazione per l'escalation della violenza nell'Ucraina orientale e, soprattutto, per il sostegno che le truppe russe stanno ancora dando ai separatisti. In precedenza Obama aveva invece chiamato il presidente ucraino, Petro Poroshenko. Il capo della Casa Bianca ha esortato Putin a cogliere l'opportunità presentata dai colloqui di Minsk tra Russia, Francia, Germania e Ucraina nel tentativo di raggiungere una soluzione pacifica. Altrimenti, ha affermato, i costi per la Russia aumenteranno.
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