Le armi Nato sono a Kiev. Zelensky "chiama" Putin "Non temo di incontrarlo"

Il presidente: "Forniture arrivate. Faccia a faccia per fermare la guerra". Oggi Blinken in Ucraina.

Le armi Nato sono a Kiev. Zelensky "chiama" Putin "Non temo di incontrarlo"

New York. Tra Stati Uniti e Russia va in scena un duro scontro sul rischio di un attacco nucleare nell'ambito del conflitto in Ucraina, mentre il leader di Kiev Volodymyr Zelensky annuncia che finalmente dall'Occidente stanno arrivando le armi di cui il suo Paese ha bisogno. «Siamo stati ascoltati, stiamo ricevendo esattamente quello che abbiamo chiesto, ha spiegato in un videomessaggio diffuso nelle scorse ore. Oltre alle armi fornite dagli Usa, il Regno Unito, ad esempio, ha detto di aver distribuito oltre 2.000 pezzi, inclusi 4.800 missili anticarro Nlaw, la Germania all'inizio del conflitto ha fatto sapere che avrebbe inviato 1.000 armi anticarro, 500 missili terra-aria Stinger, 2.700 missili antiaerei Strela e munizioni. Da Parigi sono state consegnate attrezzature militari per 100 milioni di euro e stanno arrivando diversi pezzi di artiglieria pesante. E dalla Spagna sono state spedite 200 tonnellate di equipaggiamenti militari inclusi 30 camion, e diversi veicoli speciali per il trasporto pesante. Per Zelensky, comunque, il modo migliore per arrivare a una soluzione diplomatica e fermare la guerra sarebbe un incontro tra lui e Vladimir Putin: «Ma i russi dicono una cosa e poi fanno l'opposto». «Ritengo che qualsiasi incontro tra mediatori non darà l'effetto sperato - ha aggiunto - La guerra può essere fermata da colui che l'ha iniziata».
Nel frattempo tra Washington e Mosca sono scintille sul rischio di un attacco nucleare. «Il ricorso alle armi nucleari? Nessuno può escluderlo», ha ammesso la sottosegretaria di Stato americana per gli affari politici Victoria Nuland in un'intervista alla European Pravda, rilanciata da Ukrainska Pravda. «Dato che Putin ha già ordinato crimini di guerra terribili e brutali, tutto potrebbe accadere. Potrebbero essere usati diversi tipi di armi catastrofiche», ha proseguito, sottolineando come gli Usa stiano cercando in modo molto determinato di rendere «consapevole» il Cremlino che una simile ipotesi «sarebbe drammatica anche per Putin e la Russia». Putin «sarà ritenuto responsabile per i crimini di guerra già commessi, ma l'uso di tali armi» farebbe scattare «un livello completamente nuovo, e il costo imposto alla Russia e al suo presidente sarebbe astronomico in questo contesto». Nuland ha poi spiegato che «stiamo fornendo sistemi lanciarazzi Multiple Launch Rocket System, così come i nostri alleati. Un certo numero di partner sta lavorando per fornire ciò di cui hanno bisogno per far volare di nuovo i loro aerei». Secondo il ministro della Difesa di Mosca, invece, «gli Usa stanno preparando provocazioni al fine di accusare le forze armate russe di usare armi nucleari chimiche, biologiche o tattiche». «Questo piano è già stato ideato ed è una reazione ai successi della Russia», ha affermato il capo delle truppe di protezione radiologica, chimica e biologica di Mosca, Igor Kirillov. Alcuni giorni fa, però, un gruppo di esperti ha discusso sulla tv statale Russia-1 di un possibile attacco nucleare contro gli Usa: uno di loro ha citato il recente lancio del nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat e chiesto cosa potrebbe annientare. «Obiettivi come New York, una bella città, ma sarebbe distrutta», ha risposto un altro. Subito dopo il lancio, Putin ha ammonito che «quest'arma unica costringerà tutti coloro che provano a minacciare la Russia con una retorica sfrenata e aggressiva a pensarci due volte». Per il portavoce del Pentagono John Kirby la discussione sulla tv di Mosca è «retorica spericolata e irresponsabile da parte di una potenza nucleare». «La guerra è già andata oltre il dovuto, ma avere una potenza nucleare che esibisce questo tipo di bellicosità è riprovevole», ha accusato.

Intanto oggi arrivano a Kiev da Zelensky il capo del Pentagono Loyd Austin e il segretario di stato Antony Blinken, mentre giovedì sarà il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres a volare nella capitale ucraina, due giorni dopo l'incontro a Mosca con Putin.

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