Attacco dell'Isis a Tartus e Jableh: è strage di civili

Sette kamikaze dell'Isis sono entrati in azione in due città costiere della Siria. Oltre cento i morti: è il peggiore attentato dall'inizio della guerra

Attacco dell'Isis a Tartus e Jableh: è strage di civili

Sarebbero già più di cento le vittime della carneficina dell’Isis nelle città costiere di Tartus e Jableh, in Siria. Per la precisione 121, secondo quanto scrive l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Ma il tragico bilancio della serie di attentati suicidi messi a segno dagli uomini del Califfato nelle due città siriane nella mattinata di lunedì, potrebbe aggravarsi ulteriormente.

La Siria è sotto choc. A Jableh, una città costiera nella provincia di Latakia, due autobombe sono state fatte esplodere all’entrata di una stazione degli autobus e un’altra autovettura guidata da un kamikaze dell’Isis è esplosa nella periferia della zona residenziale di al-Amara. Una quarta autobomba è esplosa, invece, all’entrata dell’ospedale cittadino. A Jableh le esplosioni hanno causato più di settanta morti, di cui la maggior parte sarebbero donne e bambini.

A Tartus, invece, dove si trova la base navale russa, secondo l’agenzia di stampa siriana Sana, sarebbero stati più di quaranta i morti e quasi cinquanta i feriti, di cui alcuni molto gravi, a causa di tre kamikaze dell’Isis che si sono fatti saltare in aria con cinture esplosive all’ingresso e all’interno della stazione centrale e davanti ad un’altra stazione di autobus, nella zona ovest della città.

Le prime immagini della tragedia diffuse tramite i social mostrano uno scenario apocalittico. Si tratta di uno dei peggiori attentati avvenuti in Siria dall’inizio della guerra nel 2011. Un attacco che il Califfato ha subito rivendicato sul web tramite l’agenzia di stampa del gruppo jihadista “Amaq”. L’Isis ha annunciato di aver voluto colpire, con l’azione di sette kamikaze, le due roccaforti del governo siriano e “gli alawiti”, i fedeli appartenenti alla corrente dell’Islam sciita, di cui fa parte la famiglia del presidente siriano Bashar al Assad.

Le condanne sono state unanimi.

Prima fra tutte, quella del governo siriano, alla quale ha fatto immediatamente seguito una dichiarazione del Cremlino che, tramite il portavoce di Putin, Dmitrj Peskov, si è detto "preoccupato" per questa serie di attacchi terroristici che dimostrano "la fragilità della situazione nella regione".

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