Australia, donne ridotte in schiavitù: arrestato "patriarca del sesso perverso"

L’ex militare australiano, denunciato da una delle sue vittime, è attualmente in carcere con le accuse di abusi sessuali e di riduzione in schiavitù

Australia, donne ridotte in schiavitù: arrestato "patriarca del sesso perverso"

In Australia è stato appena arrestato un uomo con l’accusa di avere abusato in casa sua di sei donne, costringendole a subire umiliazioni dopo aver fatto firmare loro dei contratti per diventare “sue schiave”. In manette è finito il 40enne J.Robert Davis, con alle spalle 17 anni di servizio nell’esercito nazionale, che avrebbe realizzato, apposta per seviziare le sue vittime, una vera e propria “casa delle torture”. Egli, dopo avere “schiavizzato” la sua prima vittima nel 2012 a Maroubra, nel sud di Sydney, si era infatti trasferito in una nuova proprietà ad Armidale, sempre nello Stato del Nuovo Galles del Sud, da lui trasformata in “tempio del sesso perverso”. L’uomo è stato quindi arrestato giovedì.

Dopo delle ispezioni condotte sempre giovedì in tale residenza dalla polizia federale australiana, gli agenti, riportano i media locali, hanno scoperto, e fotografato, macabri dettagli del trattamento che Davis riservava alle donne che irretiva: fosse scavate nella terra con inquietanti incisioni, squallidi alloggi per le schiave e un "capanno da barbiere".

In base alle ricostruzioni fatte dai poliziotti sulla base di una denuncia contro l’indagato, Davis, davanti alle donne che conduceva in quell’abitazione, si definiva “il patriarca” di una comunità da lui chiamata “Casa of Cadifor”. Il “signore del sesso perverso” faceva stipulare degli inquietanti (quanto legalmente nulli) "contratti di schiavitù" con le donne adescate che, in nome della sua protezione e supremazia, accettavano umiliazioni e torture sessuali domestiche. Alle donne da lui sottomesse nella residenza di Armidale, Davis faceva anche dei “tatuaggi di servitù”, diretti a simboleggiare la subordinazione delle malcapitate al capo.

A denunciare Davis alla polizia federale, spingendo quest’ultima ad avviare le perquisizioni in quella casa degli orrori, è stata una donna abusata dal 40enne tra il 2012 e il 2015. Secondo i suoi racconti, l’indagato la sottoponeva a continui “abusi fisici, sessuali e psicologici” e le faceva anche indossare un “collare da schiava”. Davis, ha raccontato quella donna, la costringeva a prostituirsi gratis per lui, minacciando di ucciderla se fosse scappata. Attualmente, il “signore del sesso perverso” si trova in carcere, incriminato per abusi sessuali e riduzione e schiavitù.

Se condannato, egli rischia, per il primo reato, fino a 15 anni di galera, mentre, per l’altro capo di imputazione, ne rischia 25. La polizia australiana, dopo la denuncia di quella vittima del “patriarca”, spera che altre donne si facciano presto avanti per fornire nuovi raccapriccianti racconti a carico del 40enne.

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