Presidente, Aung San Suu Kyi, non poteva diventarlo. C'è una norma specifica, nella Costituzione birmana, che sembra fatta apposta per escludere dalla massima carica del Paese il premio Nobel, che in quanto sposata con uno straniero e madre di figli con passaporto straniero, a quel ruolo non potrà mai ambire.
Per questo, nonostante le prime elezioni libere degli ultimi 25 anni le abbiano consegnato una decisa vittoria, il nuovo presidente della Birmania non è lei, ma piuttosto Htin Kyaw, suo fedelissimo, scelto dalla maggioranza delle due camere del Parlamento.
Aung San Suu Kyi, tuttavia, avrà un ruolo nel corso futuro del Paese. Se già si vocifera di una possibile nomina al ministero degli Esteri, ora è arrivata una conferma ufficiale. Sarà lei l'unica donna del nuovo esecutivo, composto da diciotto persone, per un totale di 21 ministeri.
Il numero dei ministri è sensibilmente inferiore rispetto ai 36 che formavano il governo dell'ex generale Thein Sein.
Tre militari hanno ottenuto i dicasteri di Difesa, Frontiere e Interni, secondo quanto stabilisce la Carta costituzionale. Il governo avrà due vice-presidenti: il tenente generale Ming Swe e un deputato cristiano e della minoranza etnica Chin, Henry Van Thio.
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