Bocciati i ricorsi delle opposizioni sul referendum in Turchia

Il Consiglio elettorale rifiuta la richiesta di cancellare il voto per irregolarità

Proteste a Kadikoy (Istanbul). "No, vinceremo", recitano gli slogan
Proteste a Kadikoy (Istanbul). "No, vinceremo", recitano gli slogan

Arriva nel tardo pomeriggio il primo no della Commissione supremo elettorale (Ysk) ai ricorsi presentati dall'opposizione, convinta della necessità di annullare l'esito del referendum che si è tenuto la scorsa domenica in Turchia, vinto di misura dal campo erdoganiano, che premeva per una riforma in senso presidenziale, e duramente contestato dai suoi avversari, convinti come gli osservatori internazionali che il voto non si sia svolto secondo le regole.

Tre i gruppi che hanno presentato ricorso: i socialdemocratici del Chp, secondo partito in parlamento, il Vatan Partisi di Doğu Perinçek, che non ha membri eletti e i filo-curdi del Hdp, terzo per numeri di deputati ad Ankara, i cui leader sono in carcere insieme ad altri dodici parlamentari eletti. Di oggi la notizia dell'arresto di Burcu Çelik Özkan, rappresentante per la zona di Muş e membro della Commissione diritti umani.

Dieci i voti contrari ai ricorsi, su undici membri del Ysk, tre dei quali epurati dopo il fallito golpe di luglio, in una decisione che sembrava già annunciata. Le contestazioni sul voto, conclusosi con un 51% di preferenze per il "sì", sostenuto dall'Akp e dagli alleati dell'ultra-nazionalista Mhp, erano iniziate dopo la decisione della stessa Commissione - presa a referendum già in corso, su petizione della maggioranza - di accettare come valide anche le schede non timbrate ed erano sfociate nella scelta dei partiti di chiedere l'annullamento del voto di domenica.

Una denuncia penale contro la Commissione è stata presentata anche dall'ordine degli avvocati di Smirne, bastione kemalista sulla costa egea, convinto che la decisione presa sia "contraria alla legge".

"Impiegheremo tutti i mezzi possibili. Questa è una seria crisi di legittimità", ha commentato il vice-segretario del Chp, Bulent Tezcan, mentre la portavoce Selin Sayek Böke giurava che il partito non avrebbe riconosciuto il risultato del referendum. Il partito ha annunciato l'intenzione di portare la questione davanti alla Corte costituzionale e confermato che non lascerà il parlamento.

In una intervista televisiva alla Cnn, Erdogan ha condannato l'opposizione. "Ho una formazione calcistica - ha detto -. Non importa se si vince 1-0 o 5-0. L'obiettivo finale è quello di vincere la partita".

Continuano intanto le proteste nelle principali città della Turchia, convocate anche questa sera.

"Il no non è finito, è appena cominciato", recitano gli slogan dell'opposizione, mentre arriva la notizia di 38 detenzioni questa mattina. Tra le persone fermate anche Hakan Gülseven, del movimento di sinistra Birleşik Haziran Hareketi, rilasciato poi in libertà vigilata nel pomeriggio.

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