Le bombe, il fenolo e l'allerta chimica: cosa succede nelle industrie dell'est

Un missile russo sfiora una fabbrica chimica nei pressi del Donbass e sale l'allarme per le gravissime conseguenze di un incidente industriale

Le bombe, il fenolo e l'allerta chimica: cosa succede nelle industrie dell'est

La zona orientale dell'Ucraina è una delle aree con maggiore concentrazione industriale dell'est Europa. Ed è qui che si stanno combattendo alcune delle più feroci battaglie nella guerra d'invasione russa. Va da sé che in queste circostanze i rischi siano esponenzialmente più elevati, dal momento che un solo missile potrebbe arrecare danni enormi. Gli stabilimenti chimici nell'est dell'Ucraina sono numerosi e i russi non sembrano curarsi delle conseguenze di un attacco. Ma tra la popolazione cresce la paura, soprattutto dopo che una bomba russa è caduta pericolosamente vicino a un impianto di produzione di fenolo nella città di New York.

La città di New York, che sotto il periodo sovietico venne trasformata in Novhorodske, è tornata a prendere il suo nome originario solo un anno fa. Il suo nome è un omaggio all'uomo americano che, due secoli fa, l'ha fondata. Si tratta di un villaggio di dimensioni molto ridotte, e gran parte della sua economia ruota proprio attorno alla fabbrica di fenolo, un derivato del benzene caratterizzato da un gruppo ossidrile legato alla tipica struttura ad anello tipica di questa classe di composti chimici. Nella fabbrica di New York lavorano circa 700 persone e fortunatamente, almeno stavolta, lo stabilimento non è stato colpito. Ma il fronte del Donbass non è lontano e la città è già stata fatta oggetto dei colpi di artiglieria e delle bombe russe. L'ultimo attacco ha causato 4 morti in città e la battaglia si percepisce come in avvicinamento.

La presenza dell'impianto in città è da sempre motivo di controversie, proprio per la sua pericolosità. Già in passato ci sono stati diversi incidenti, che hanno avuto conseguenze disastrose sulla salute pubblica. C'è stato un aumento dei tumori nei più piccoli con aumento dei problemi endocrini. Inoltre, come racconta una cittadina locale a la Repubblica, negli anni Novanta gli scarti della lavorazione vennero riversati in alcuni laghetti poco fuori New York, con conseguente avvelenamento. Nel caso in cui una bomba colpisse l'impianto, o una delle sue pertinenze in cui si trovano gli stoccaggi o gli scarti, i rischi per la salute sarebbero altissimi, anche nelle aree circostanti. L'inalazione dei vapori di fenolo che si sprigionerebbero potrebbero causare edemi polmonari ma anche danni gravi al sistema nervoso e al cuore anche negli anni successivi.

Ma la fabbrica di fenolo di New York è solo un esempio, perché l'area del Donbass e gran parte dell'est Ucraina ospitano industrie pesanti, gasdotti e stabilimenti chimici, oltre a un elevato numero di miniere. Anche se tutte le industrie venissero risparmiate, nel caso in cui ci dovessero essere blackout energetici prolungati, nella norma durante una guerra, le conseguenze sarebbero ugualmente disastrose.

Viktor Davidovich, il direttore della miniera di Toreck, poco distante da New York, ha spiegato che senza l'alimentazione elettrica gli operai rimarrebbero intrappolati all'interno delle strutture e non funzionerebbero le pompe di aspirazione che impediscono l'allagamento delle miniere, con conseguente avvelenamento delle falde in caso di sovra-saturazione.

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