Dopo essersi conquistato il via libera di Sua Maestà alla sospensione delle attività parlamentari e dopo aver incassato anche l’endorsement del presidente americano Donald Trump, il premier britannico Boris Johnson procede a passo spedito verso un’uscita non regolamentata della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Il 31 ottobre il Paese sarà fuori con o senza accordo. Questa è la linea del leader del partito conservatore. “Do or die”, “o si fa o si muore”, è il motto con il quale si è scelto di procedere a Downing Street. In questo senso, la discussa sospensione dei lavori del Parlamento inglese fino al 14 ottobre appare funzionale a rimuovere ogni ostacolo che i sostenitori del “no deal” potrebbero frapporre al divorzio fra Londra e Bruxelles.
In questo quadro potrebbero non esserci, infatti, i tempi tecnici per presentare una legge che possa fermare il percorso verso lo strappo definitivo con l’Unione Europea, dopo il fallimento di tre negoziati. Il premier ha risposto alle critiche assicurando che per dibattere in Parlamento sulla Brexit “ci sarà tutto il tempo dopo il vertice Ue del 17 ottobre”. Ma per varare una eventuale legge che possa cambiare l’epilogo deciso da Johnson ai deputati rimarrebbe soltanto una settimana.
Approvare il rinvio della scadenza o programmare un voto di sfiducia nei confronti del premier potrebbe essere molto difficile per la Camera dei Comuni. I deputati rientreranno al lavoro il 3 settembre, giorno in cui l’aula riaprirà dopo la chiusura estiva e fino al 9 settembre, data in cui è attesa la sospensione del Parlamento, l’ordine del giorno è già stato fissato. Prima del 14 ottobre, quando la nuova sessione parlamentare verrà inaugurata con il discorso della Regina, sono in programma le conferenze dei partiti. Dal 14 al 17 settembre è in programma quella dei Liberal-Democratici. Dal 21 al 25 sarà la volta dei laburisti e dal 29 al 2 ottobre quella del partito conservatore.
608px;">L’ultimo appuntamento istituzionale prima della fine del mese è il summit del Consiglio europeo in programma il 17 e 18 ottobre. Da questa data i parlamentari avranno poco più di una settimana per mettere in campo una strategia alternativa ad un divorzio senza regole con l’Ue.
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