Alla camera dei Comuni è iniziato il dibattito sull'accordo per la Brexit tra Londra e Bruxelles, che culminerà nel voto del 15 gennaio. Theresa May ha subito un colpo pesante: la Camera ha approvato (308 voti favorevoli e 297 contrari) l’emendamento, promosso dal deputato Tory ed ex ministro della Giustizia, Dominic Grieve, che costringe la premier britannica a tornare ai Comuni "entro tre giorni lavorativi" e non 21, come stabilito finora, con un piano B alternativo al "no deal", nel caso in cui la prossima settimana il Parlamento dovesse bocciare l’accordo.
La May aspetta "ulteriori chiarimenti" dall'Ue sulla questione cruciale del "backstop", la clausola per il mantenimento del confine aperto in Irlanda dopo la Brexit. Dopo il rinvio del voto parlamentare, inizialmente previsto lo scorso 11 dicembre, ha riferito la premier, si sono svulippati alcuni contatti con i leader dell'Unione europea. "Queste discussioni hanno indicato che un ulteriore chiarimento sul backstop è possibile e i colloqui proseguiranno nei prossimi giorni", ha detto la premier. Londra chiede rassicurazioni dalla Ue sul fatto che il backstop, la clausola di emergenza che potrebbe comportare regole doganali e commerciali diverse tra l'Irlanda del Nord e il resto degl Regno Unito, non diventi permanente.
La Gran Bretagna, ha assicurato la May rispondendo al question time, lascerà l’Unione europea il 29 marzo.
Ieri il quotidiano Telegraph, citando tre fonti anonime nell’Ue, aveva scritto che Londra sta "sondando le acque" per una possibile estensione dell’Articolo 50, che fissa le condizioni per l’uscita dall’Ue.La May ha poi attaccato l'opposizione: "Si sta sta opponendo a tutti gli accordi che stiamo negoziando con la Ue, questo è grave, perché il nostro accordo protegge l’occupazione".
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