"Altra bandiera". La mossa delle navi che cambia tutto

Un numeno molto insolito di navi russe ha cambiato bandiera nel mese di marzo: secondo gli esperti, la motivazione risiede nell'evitare le sanzioni occidentali che hanno colpito gli yacht degli oligarchi

"Altra bandiera". La mossa delle navi che cambia tutto

Molte più navi del solito hanno sostituito la loro bandiera russa con quella di altri Paesi nello scorso mese di marzo: lo ha dichiarato la società di consulenza marittima Windward Ltd, spiegando che la mossa è fatta per nascondere i legami con Putin e non richiare di essere direttamente coinvolte nelle sanzioni occidentali per l'invasione dell'Ucraina come è già capitato a tutti gli yacht degli oligarchi russi. Un totale di 18 navi, compresi 11 mercantili della stessa flotta, hanno effettuato il cambio di banderia, più di tre volte la media mensile per le navi russe. È anche la prima volta che la cifra raggiunge la doppia cifra sulla base di dati che risalgono a gennaio 2020.

"Mascherano la loro identità"

"Alcuni di questi casi potrebbero indicare che i cattivi attori mascherano intenzionalmente la propria identità per condurre affari che non sarebbero consentiti dalle nuove sanzioni", ha affermato Windward, la socità con sede a Tel Aviv, in un rapporto inviato all'agenzia di stampa internazionale di New York Bloomberg News. Come detto, questi cambi di bandiera sono anche "figli" di quanto accaduto a Usmanov, Abramovich e compagnia bella che hanno visto sanzioni e sequestri sui loro mostri del mare. Questa volta è il turno di petroliere e navi mercantili, sicuramente in giro per il mare non per vacanza, i quali hanno anche disattivato i loro sistemi di identificazione e trasmissione della posizione che per legge devono sempre essere mantenuti accesi quando si è in mare: questa pratica aiuta a evitare il rilevamento (e quindi l'esatto posizionamento) e comporta rischi per la sicurezza marittima.

"Cosa c'è dietro al cambio di bandiera"

Come si legge su Bloomberg, gli Usa, il Regno Unito e gli altri alleati Nato hanno inasprito le sanzioni contro la Russia: Biden ha vietato le importazioni di petrolio e gas russo ormai da quasi un mese mentre il Regno Unito eliminerà gradualmente le importazioni del petrolio russo entro la fine del 2022. Entrambi i Paesi, con il Canada, hanno anche escluso qualsiasi tipologia di navi russe dai loro porti. "Le aziende straniere hanno motivazioni diverse per spostarsi dalla bandiera russa, vogliono che le loro navi possano operare ovunque senza restrizioni e, in alcuni casi per ragioni morali", ha affermato Gur Sender, product manager della società Windward. Delle 18 navi menzionate all'inizio, tre sono petroliere e cinque tra quelle che hanno cambiato bandiera a marzo sono collegate direttamente ai proprietari russi. Undici navi mercantili fanno parte dalla stessa flotta di cui è proprietà una compagnia degli Emirati Arabi Uniti: tra queste, tutte e 11 hanno la nuova bandiera delle Isole Marshall mentre altre tre l'hanno cambiata con il paradiso fiscale di Saint Kitts e Nevis.

Il cambio di bandiera, prima di raggiungere questi picchi dovuti alla guerra e alle motivazioni di cui abbiamo parlato, non era insolito: a volte si verificava un cambio di proprietà o area operativa. Le navi di Singapore, nel 2021, hanno cambiato bandiera mediamente ben 17 volte al mese mentre il Giappone ha una media di cinque al mese nel 2022. Quei numeri, però, sono coerenti con quanto avviene nei normali scambi commerciali.

Invece, la flotta russa ha aumentato all'improvviso il proprio equipaggio complessivo di 3.300 uomini, cifra mai superata in un unico mese da gennaio 2020: più che indizi, qua troviamo prove schiaccianti.

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