Il Canton Ticino sbatte la porta in faccia ai migranti (e all'Italia)

Raddoppiate le misure di sicurezza alle dogane. Il Corpo delle Guardie di Confine avrà più libertà decisionale nel respingimento dei presunti profughi. E i frontalieri dovranno essere sottoposti a controlli più severi

Il Canton Ticino sbatte la porta in faccia ai migranti (e all'Italia)

In attesa dell'esito del referendum nazionale sulle espulsioni degli stranieri colpevoli di reati, il Canton Ticino mette le mani avanti cautelandosi sul fronte emergenza profughi.

Tramite un accordo amministrativo stretto con la Polizia Cantonale, il Corpo delle Guardie di Confine ha ottenuto un sostanziale allargamento di poteri che gli conferisce maggiore indipendenza decisionale per quanto riguarda il respingimento di persone non gradite. Saranno quindi rafforzate le misure di sicurezza già in atto sul valico italo-svizzero, con l'obiettivo di ridurre i transiti di merce e individui sospetti e sottoporre a controlli più rigorosi anche le migliaia di frontalieri che si recano quotidianamente nella Confederazione Elvetica.

Soddisfazione da parte di Norman Gobbi: da tempo il Direttore del Dipartimento delle Istituzioni del Canton Ticino auspicava un ulteriore incremento dei controlli e dei provvedimenti, alla luce di un dato che sta allarmando in particolare i residenti delle 11 frontiere varesine, le più "invase" dai migranti: nel secondo

semestre del 2015 sono stati calcolati in media 70 accessi illegali al giorno. Un numero che in questo inizio 2016, vista la situazione di forte criticità in cui versa tutta l'Europa, potrebbe essere aumentato.

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