Nella roccaforte siriana di Raqqa, ancora in mano alle bandiere nere che l’hanno “liberata” dal controllo governativo nel 2013, continuano gli orrori: un bambino di undici anni è stato punito con il taglio della mano per aver infranto la Sharia.
A denunciare l’accaduto è SkyNews che ha diffuso la testimonianza di una donna siriana scampata, con i suoi tre figli, alla dittatura del Califfo. La vittima dell’ennesima barbarie targata Stato islamico è un ragazzino orfano reo di aver rubato la batteria di un’auto nel tentativo di rivenderla per comprare del cibo.
Perché nella Raqqa “liberata” dai “ribelli” si patisce anche la fame e la disperazione spinge i civili a sfidare la legge coranica, andando incontro a spietate punizioni, pur di conquistare un tozzo di pane. La testimone intervistata dall’emittente ha raccontato la macabra vicenda nei dettagli: i giustizieri di Baghdadi “hanno usato una spada… hanno posizionato un pezzo di legno sotto al suo braccio…”.
Mente l’attenzione dei media internazionali si concentra su Aleppo e sui disastri umanitari che la vedono protagonista, nella blindatissima Al Raqqah – come la chiamano i jihadisti – la popolazione civile è sottoposta ad uno stillicidio silenzioso e quotidiano.
Come confermano alcune testimonianze raccolte da il Corriere della Sera, “Isis non fa niente per la popolazione” che combatte quotidianamente con la fame e la sete mentre agli uomini di Al Baghdadi è riservato un trattamento speciale: “c’è una barriera incolmabile tra miliziani e civili”.Ma la scure dei baghdadisti di Raqqa, nelle ultime ore, si è abbattuta ancora. A saggiare la lama dei boia, ieri, sono stati due uomini accusati di stregoneria e decapitati pubblicamente.
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