In questi giorni si è acceso un duro scontro diplomatico tra la Colombia e Cuba. Le autorità del primo Paese hanno infatti accusato il governo castrista di “proteggere i mandanti” dell’attentato all’accademia di polizia di Bogotá, verificatosi lo scorso 17 gennaio e costato la vita a 21 persone.
Il capo dello Stato colombiano, il conservatore Iván Duque, presenziando alla recente cerimonia di commemorazione delle vittime dell’attacco terroristico, ha puntato il dito contro l’esecutivo dell’Avana, accusandolo di “dare ospitalità” alle presunte “menti” della strage. Secondo Duque, sull’isola caraibica si troverebbero attualmente ben “10 capi militari” dell’Ejército de Liberación Nacional (Eln), formazione marxista “rivale” delle Farc e da anni attiva nella guerriglia contro il governo di Bogotá. I 10 soggetti “ospitati” dalla leadership castrista sarebbero, a detta del capo dello Stato colombiano, “coinvolti nella pianificazione dell’attentato”. Duque ha quindi esortato il suo omologo cubano, Miguel Díaz-Canel, a “estradare immediatamente in Colombia” gli esponenti dell’Eln.
L’esecutivo dell’isola caraibica, per bocca del ministro degli Esteri Bruno Rodríguez, ha immediatamente replicato alle dichiarazioni del leader di Bogotá. Il titolare del dicastero in questione ha infatti affermato che i 10 comandanti marxisti si troverebbero in territorio cubano perché “in fuga dalla repressione militare ordinata dalle autorità colombiane”. Ad avviso dell’esponente castrista, il capo dello Stato conservatore starebbe conducendo una “brutale offensiva” ai danni dei militanti dell’Eln, in violazione dei “Protocolli per il dialogo e la pace” sottoscritti nell’ottobre del 2017 dal precedente esecutivo di Bogotá e dai guerriglieri marxisti. Rodríguez ha quindi indicato la presenza sull’isola dei 10 capi militari come “giustificata da ragioni umanitarie” e ha poi bollato come “totalmente infondate” le accuse di Duque circa il coinvolgimento di costoro nell’attentato all’accademia di polizia.
L’Eln, dal canto suo, ha finora sistematicamente negato di avere promosso la strage. Tale formazione, all’indomani dell’episodio di sangue, ha comunque ribadito la propria volontà di “proseguire la lotta armata” contro la “leadership fascista di Duque”, responsabile di avere “brutalmente interrotto” i negoziati per la pace avviati dagli esecutivi colombiani precedenti.
Al giorno d’oggi, l’Eln rappresenta, in seguito allo scioglimento delle Farc e alla trasformazione di queste ultime in un partito politico, il maggiore gruppo armato insurrezionale del Paese sudamericano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.