"Musk ha ordito truffe". Le accuse al Ceo di Tesla

Le autorità di vigilanza Usa sostengono che la “gravità” dei reati commessi da Musk giustificherebbe l’estromissione di quest’ultimo dal mercato

"Musk ha ordito truffe". Le accuse al Ceo di Tesla

Elon Musk, amministratore delegato della società tecnologica Tesla, è stato citato in giudizio dalle autorità americane con l’accusa di avere commesso reati finanziari. Egli avrebbe fornito informazioni “false e fuorvianti” agli operatori del mercato azionario. L’imprenditore rigetta gli addebiti formulati nei suoi confronti, definendo “ingiustificata” l’indagine a suo carico. A occuparsi del caso sarà la Corte federale di New York.

Secondo la Securities and Exchange Commission (Sec), ente governativo incaricato di assicurare la trasparenza delle transazioni finanziarie, il patron di Tesla avrebbe commesso una “truffa ai danni degli investitori”. Gli illeciti attribuiti a Musk risalirebbero a un mese fa. Lo scorso agosto, egli aveva espresso, tramite Twitter, la volontà di mettere fine alla quotazione in Borsa della società tecnologica. Nel tweet, l’imprenditore assicurava di avere a disposizione “fondi sufficienti” a perfezionare in tempi rapidi la rimozione di tutti i titoli di Tesla presenti a Wall Street. Poche settimane dopo, egli avrebbe fatto “marcia indietro”, abbandonando l’ipotesi del delisting.

Ad avviso della Sec, tali informazioni contraddittorie avrebbero generato una “profonda confusione” negli operatori del mercato azionario. I funzionari governativi sostengono che, a causa dell’atteggiamento incostante di Musk, i titoli Tesla alla Borsa di New York avrebbero subito “quotazioni ondivaghe”: repentini apprezzamenti seguiti da brusche e rovinose perdite di valore. Stephanie Avakian, condirettore dell’Ufficio monitoraggio della Sec, fornendo alla stampa Usa i dettagli-chiave del fascicolo aperto a carico dell’imprenditore, ha dichiarato: “Dare agli investitori informazioni accurate e veritiere è uno degli obblighi più importanti per un amministratore delegato. L’accuratezza delle informazioni e la coerenza delle strategie di mercato sono principi che valgono anche per la comunicazione che si svolge tramite social network o tramite qualsiasi altro mezzo di informazione non tradizionale.” L’authority ha chiesto alla Corte di New York di condannare Musk al pagamento di “esemplari” sanzioni pecuniarie. L’ente governativo, inoltre, sostiene che la “gravità” degli illeciti commessi dal patron di Tesla giustificherebbe l’estromissione di quest’ultimo dal mercato. Ad avviso della Sec, gli annunci contraddittori diffusi il mese scorso dall’imprenditore tramite Twitter sarebbero infatti la dimostrazione dell’“inadeguatezza” di Musk a ricoprire incarichi dirigenziali in qualsiasi compagnia quotata in Borsa.

Il manager incriminato, nel rigettare gli addebiti formulati dalla Sec, ha ribadito la correttezza del proprio operato, asserendo di avere “sempre agito nell’interesse degli investitori e nel rispetto della verità e della trasparenza”. Egli ha puntualizzato: “L’onestà è sempre stato il valore più importante nella mia carriera di imprenditore e questo processo dimostrerà che io non ho mai calpestato tale principio.” Il consiglio di amministrazione di Tesla, in una nota, ha espresso “piena fiducia” nella leadership di Musk.

Negli ultimi mesi, il rappresentante della società tecnologica è balzato diverse volte agli onori della cronaca. Lo scorso luglio, ad esempio, egli aveva definito “pedofilo” un sommozzatore britannico partecipante alle operazioni di salvataggio dei ragazzi thailandesi che erano rimasti bloccati nelle grotte di Tham Luang Nang Non.

Critiche nei confronti di Musk sono state avanzate dai media anche agli inizi di settembre, dopo che egli, durante un’intervista con il comico Joe Rogan, si era fatto immortalare mentre, in diretta, fumava marijuana e beveva whiskey.

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