In Bangladesh, l’allerta per il coronavirus è ormai ai massimi livelli dopo che ha recentemente avuto luogo lì un mega-raduno islamico, potenziale focolaio dell’epidemia. L’evento religioso di massa è andato in scena questo mercoledì mentre il Paese asiatico registrava il suo primo decesso per Covid-19 e accertava 17 cittadini contagiati dal medesimo morbo. Secondo la polizia locale, il raduno incriminato non era stato autorizzato dalle pubbliche autorità.
La manifestazione islamica, riporta la Bbc, si è svolta in una cittadina del sud del Bangladesh, situata nel sotto-distretto di Raipur, e sarebbe stata organizzata da un influente leader maomettano del posto. La partecipazione popolare all’evento è stata molto alta, dell’ordine di decine di migliaia di persone.
In particolare, rimarca l’emittente, le forze dell’ordine bengalesi hanno stimato a 10mila unità i fedeli che hanno affollato la cittadina, mentre a detta di alcuni testimoni, citati dal network londinese, la folla in questione sarebbe invece stata composta da quasi 30mila musulmani.
Tutta quella gente si è riunita nel territorio di Raipur per recitare dei “versetti terapeutici del Corano”. I promotori del raduno, fa sapere l’organo di informazione d’Oltremanica, avevano incoraggiato i cittadini a prendere parte alla manifestazione religiosa evidenziando che la loro preghiera collettiva avrebbe procurato alla popolazione bengalese l’immunità dal Covid-19 e avrebbe quindi liberato la nazione dalla minacciosa epidemia.
Il grande assembramento verificatosi mercoledì ha immediatamente allarmato le autorità sanitarie di Dacca, poiché proprio i contatti stretti tra persone favoriscono la trasmissione del coronavirus. Alla base delle preoccupazioni dei funzionari governativi bengalesi vi è inoltre il ricordo di quanto accaduto in precedenza in altri Stati asiatici.
Ad esempio, spiega la Bbc, un analogo raduno musulmano andato in scena a febbraio in Malesia, anch’esso caratterizzato da decine
di migliaia di partecipanti, ha causato il contagio da Covd-19 di 500 persone, che, con i loro successivi viaggi e spostamenti, hanno determinato la diffusione del morbo anche nei Paesi vicini: Brunei, Singapore, Cambogia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.