Coronavirus, 'The Lancet' e 'Nejm' ritirano studi su idrossiclorochina e antipertensivi

Lo studio sulla idrossiclorochina pubblicato su "The Lancet" ha incongruenze macroscopiche nella metodologia di raccolta e trattamento dei dati

Coronavirus, 'The Lancet' e 'Nejm' ritirano studi su idrossiclorochina e antipertensivi

Mezzo passo indietro di "The Lancet" sugli effetti potenzialmente dannosi della idrossiclorochina per il trattamento dei malati di coronavirus. La prestigiosa riviste scientifica, infatti, ieri ha ritrattato uno studio statistico pubblicato due settimane fa sull'impiego del farmaco anti-virale, usato da oltre un secolo per il trattamento della malaria e di altre patologie, nel quale si indicava come tale sostanza non solo non apportasse alcun beneficio ai malati ma addirittura aumentava il rischio di morte per i pazienti.

Sulla base di questo studio, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e diversi enti statali, come la Food and Drug Administration statunitense (Fda), avevano raccomandato di non impiegare più l'idrossiclorochina per il trattamento dei malati di Covid-19. La ritrattazione pubblicata dal periodico statunitense, però, non equivale a un cambio di posizione in merito alla reale efficacia del farmaco. Lo studio contiene incongruenze macroscopiche nella metodologia di raccolta e trattamento dei dati, di cui si erano occupati ricercatori da Birmingham e dl Women's Hospital di Boston, assieme alla società di analisi Surgisphere Corp.

I primi a ritirare le firme sono stati 3 autori su 4 dello studio pubblicato su Lancet: tutti i coautori del paper (Mandeep Mehra del Brigham and Women's Hospital di Boston, Frank Ruschitzka dello University Hospital di Zurigo e Amit Patel della University of Utah). La decisione è stata resa pubblica con una nota congiunta diffusa dalla rivista scientifica. L’unico a non aver ritrattato è stato il fondatore e Ceo di Surgisphere, Sapan Desai. "Dopo la pubblicazione del nostro articolo su 'Lancet', sono stati sollevati diversi dubbi in merito alla veridicità dei dati e delle analisi condotte da Surgisphere Corporation", hanno ammesso nella loro ritrattazione gli autori dello studio. Questi ultimi hanno anche spiegato di aver intrapreso una revisione indipendente dei dati raccolti.

In una nota, Surgisphere ha difeso la metodologia impiegata nell'ambito dello studio. Numerosi esperti, però, hanno espresso scetticismo in considerazione del vasto numero di casi inclusi nella ricerca. Sono ben 96mila i malati di Covid-19 monitorati in 671 ospedali di tutto il mondo: a suscitare perplessità il fatto che questo numero supera quello dei casi di contagio confermati nei Paesi in esame. Secondo Daniel Culver, non è nemmeno chiaro se ai presunti malati esaminati sia mai stata somministrata l'idrossiclorochina: secondo l'esperto, lo studio presenta "ad un primo sguardo gravi falle riscontrabili anche da uno studente di statistica al primo anno".

Anche "New England Journal of Medicine", altra prestigiosa rivista scientifica, ha ritirato uno studio pubblicato nei giorni scorsi che riguardava l'impiego di comuni medicinali antipertensivi nei pazienti con infezione da coronavirus.

Tra gli autori dello studio che hanno ritirato la firma figurano ancora Mandeep Mehra e Amit Patel e Sapan Desai di Surgisphere: "Poiché agli autori non è stato concesso l'accesso ai dati grezzi, che quindi non potevano essere resi disponibili a un revisore terzo, non siamo in grado di convalidare le fonti alla base del nostro articolo". La ricerca analizzava gli effetti dei farmaci Ace-inibitori e Arb, impiegati contro diversi disturbi cardiovascolari, nei pazienti colpiti da Covid-19.

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