Così Isis colpisce l'Afghanistan: kamikaze fa strage a Jalalabad

Strage davanti alla Kabul Bank: 35 morti, centinaia di feriti. Lo Stato islamico rivendica

Così Isis colpisce l'Afghanistan: kamikaze fa strage a Jalalabad

Lo Stato Islamico terrorizza anche Jalalabad. Oggi i miliziani del Califfato hanno colpito, per la prima volta, l'Afghanistan facendo una strage di civili davanti a un’agenzia della Kabul Bank. L'autore dell'attentato, che, è costato la vita ad almeno 35 persone e il ferimento di un centinaio feriti, è il kamikaze Abu Mohammad. "È uno dei nostri", esultano dal Califfato.

Un portavoce del movimento jihadista ha contattato diversi mass media per rivendicare la terribile strage che ha colpito le persone in fila in banca per ritirare lo stipendio. Rivendicazione che è stata poi confermata anche con un messaggio su internet. Se la matrice dell’attentato fosse confermata, si tratterebbe della prima volta in cui lo Stato islamico si rende direttamente responsabile di un atto del genere in Afghanistan, tanto più di tale gravità. "L’orrendo e letale attacco di oggi nella provincia di Nangarhar (di cui Jalalabad è capoluogo; ndr) chi lo ha rivendicato?", ha denunciato il presidente afghano Ashraf Ghani a margine di una visita in un’altra provincia dell’est, quella di Badakhshan. "I talebani non lo hanno fatto, il Daesh invece sì", ha proseguito il leader afghano, utilizzando l'acronimo dell'Isis in lingua araba. Un portavoce degli ex studenti coranici, Zabihullah Mujahid, ha infatti preso le distanze dalla carneficina. "È stata un’azione malvagia - ha tagliato corto - e noi la condanniamo con decisione".

Un kamikaze si è fatto saltare in aria tra la folla in fila per ritirare gli stipendi agli sportelli. Una seconda esplosione sarebbe, invece, divampata nel momento in cui sono arrivati i primi soccorsi per le vittime. Stando a fonti inquirenti, si sarebbe per contro trattato dello scoppio controllato per mano di artificieri di una bomba nascosta nei paraggi, scoperta e neutralizzata. Il rappresentante speciale a Kabul del segretario generale delle Nazioni Unite, Nicholas Haysom, ha sostenuto che "il continuo uso di attacchi suicidi in aree densamente popolate che provocano con certezza la morte e la menomazione di un gran numero di civili afghani vanno condannati ed i suoi responsabili puniti". Questo tipo di attentati, ha infine detto, "sono assimilabili a crimini di guerra".

Il comunicato dello Stato islamico è accompagnato da una foto in cui si vede Abu Mohammad, un giovane guerrigliero con il volto coperto seduto su tappeti, con un kalashnikov appoggiato al muro sopra una

bandiera nera. La scritta sul drappo nero recita: "Non c’è altro Dio al di fuori di Allah. E Maometto è il Profeta di Allah". Le uniche parole leggibili sul copricapo sono: "Il Califfo è dentro di noi".

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