“L’Isis vuole armare i richiedenti asilo, potrebbe farne un’arma contro l’Europa”. Lo ha detto il direttore esecutivo del programma Frontex Fabrice Leggeri in un’intervista rilasciata a Voice of America. La nuova sfida dell’intelligence europea nella lotta al terrore passa dal contrasto all’immigrazione indiscriminata e soprattutto dallo sfruttamento della povertà e della disperazione di chi cerca di entrare in Europa.
“Dobbiamo essere pronti. Molte persone potrebbero venire radicalizzate o manipolate, utilizzate dai gruppi terroristi dopo il loro ingresso in Europa". Su questo fronte, però, le informazioni sembrano ancora poche. Al contrario delle strategie adottate dai jihadisti che sembrano, invece, molto chiare: "Un pericolo imminente è nella possibilità che alcuni elementi tra i siriani che sono fuggiti dalla guerra possano diventare sensibili alla radicalizzazione una volta giunti in Europa e diventare uno degli obiettivi dei reclutatori dell’estremismo islamico. Riteniamo che ci sia un numero importante di jihadisti che viaggiano per l’Europa proprio a questo scopo”.
I reclutatori sono già tra noi. Secondo un rapporto della polizia tedesca, risalente all’aprile scorso, ce ne sarebbero almeno trecento. Girano le strade, i ghetti e i quartieri di tutta Europa allo scopo di allargare le fila del jihadismo. La stessa strategia, però, sarebbe utilizzata in tutto il mondo occidentale. E non si richiama solo ai neo-rifugiati.
Sempre a Voa, ha spiegato uno dei responsabili dell’osservatorio sull’estremismo dell’Università George Washington: “L’Isis fa leva su argomenti quali l’impossibilità di una vera integrazione, in Occidente, per gli immigrati, i convertiti e per chiunque abbia a che fare con l’Islam proprio perché sono musulmani”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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