Era stata vista per l'ultima volta il 2 luglio e per una settimana di Suzanne Eaton, biologa americana 59enne, non vi è stata alcuna traccia. Poi, ieri, il tragico epilogo: il corpo della donna è stato ritrovato in un bunker della Seconda guerrra mondiale, sull'isola di Creta, dove la biologa si trovava per un convegno.
Susanne Eaton lavorava per l'Istituto Max Planck di Dresda, in Germania. Sposata e madre di due figli, la donna era stata vista per l'ultima volta nel pomeriggio del 2 luglio, quando era uscita dalla sua camera per andare a correre, lasciando in hotel tutti i suoi effetti personali. I colleghi la aspettavano per l'incontro del pomeriggio, ma la 59enne non si è presentata e, con il passare del tempo, il suo ritardo è diventato preoccupante.
La polizia aveva quindi iniziato le ricerche e perlustrato la zona, mentre gli amici hanno chiesto aiuto alla popolazione, offrendo una ricompensa di 50mila euro. Inizialmente si era pensato a un malore, magari causato dal caldo, ma il ritrovamento del corpo, rinvenuto all’interno di un tunnel a 10 chilometri da dove era stata vista l'ultima volta, ha mostrato uno scenario ben più drammatico. La donna, infatti, sarebbe stata strangolata e, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbero anche state trovate tracce di Dna del presunto assassino.
A detta degli inquirenti, ad uccidere la donna sarebbe stato qualcuno che conosce bene l'area, dato che la grotta in cui è stata trovata Susanne è ben mimetizzata, con l'ingresso coperto da arbusti.
Non si esclude nemmeno la possibilità che la biologa sia stata assissanita in un luogo diverso da quello in cui è stato ritrovato il suo corpo. Ora, gli inquirenti cercheranno di ricostruire gli ultimi spostamenti della donna, per capire dove sia stata sorpresa dal suo assassino e come sia stata possibile un'aggressione in pieno giorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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