"Decine di stupri ai bimbi": l'accusa choc sui crimini dei russi

Tra i crimini di guerra compiuti dai russi, spuntano decine di denunce che riguardano bambini anche di 10 anni: ecco le testimonianze choc raccolte dal Commissario per i Diritti Umani ucraino

"Decine di stupri ai bimbi": l'accusa choc sui crimini dei russi

I crimini di guerra compiuti dai russi di Putin si arricchiscono sempre più di indelebili pagine dell'orrore impensabili per gli essere umani. Oltre alle 700 telefonate quotidiane che riceve il Commissario per i Diritti Umani dell'Ucraina, Lyudmila Denisova, con le denunce di violenze sessuali sui cittadini (più di 200) e i 43mila crimini compiuti in quasi tre mesi, la follia e lo schifo della guerra giungono al punto peggiore quando si apprende che almeno 60 casi di violenza riguardano i bimbi, stuprati e violentati.

"Crimini atroci"

La Denisova, che oggi si trova a Roma, ha specificato che nelle chiamate vengono segnalati "crimini atroci, come aver assistito a uccisioni di propri familiari. Ciò spinge alla disperazione, e per questo - ha aggiunto - è a disposizione una linea telefonica anche per il supporto psicologico: abbiamo già ricevuto 1.100 chiamate". La cosa più scandalosa è che "in almeno 104 casi su 400 segnalazioni di assassinii di familiari ci è arrivata la conferma della presenza di bambini". I russi uccidono e stuprano i bambini, ecco l'altra faccia della guerra di Putin. E a Kharkiv, per vendetta contro gli ucraini che si sono riappropriati del loro territorio, l'esercito russo sta compiendo nuovi crimini di guerra come racconta il Commissario. "In un'ora, due giorni fa, ne sono arrivate 10. Per 8 di queste si tratta di violenze su minori e in due casi su bambini di 10 anni".

È comunque definito "agghiacciante" il racconto sui minorenni vittime di violenza sessuale, spesso anche al di sotto dei 14 anni. Il lavoro è lungo e difficile ma l'Ufficio legislativo ucraino competente ha già aperto procedimenti penali per verificare tutte le notifiche di violenza sessuale dei russi pubblicati su tutti i media e sui canali ufficiali della Denisova.

L'ideologia sanguinaria di Putin

L'obiettivo di quelli che la Denisova chiama "rashisti", ossia la sanguinosa ideologia della Russia di Putin, è quello di "estinguere il popolo ucraino e cancellare l'Ucraina dalla faccia della terra con bombardamenti dei quartieri residenziali e stupri in massa di donne e ragazze. Per dimostrare che gli ucraini non hanno diritto di vivere", spiega senza usare mezzi termini ad AdnKronos. Come abbiamo visto sul Giornale.it, torture e stupri sono iniziati ormai diverse settimane fa in città ucraine quali Bucka e Makariv per fare due degli esempi più lampanti, le cui vittime sono state quasi sempre le donne "che donano la vita, e attraverso i bambini garantiscono il futuro del mondo". Secondo il ragionamento di prima, ecco il perché di tanto accanimento da parte dei russi. "Dai sobborghi di Kiev, Chernhiv ed ora dai centri abitati di Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia in totale abbiamo ricevuto 900 denunce. In 135 casi ci sarà bisogno di sostegno psicologico a lungo termine".

Le testimonianze choc

E dopo la liberazione di Mariupol e Melitopol che adesso sono in mani russe, la situazione potrebbe peggiorare. Secondo l'Ufficio della Denisova, alcune testimonianze contro i militari russi raccontanto delle condizioni di alcune donne e ragazze ucraine violentate "che le avrebbero stuprate al punto che non avrebbero più potuto avere rapporti con nessun altro uomo". Gli stupri, spesso di massa, sono attuati oltre che contro le donne "anche su uomini, anziani e bambini piccoli", come scrive il lungo report dell'Ufficio del Commissario per i Diritti Umani. Accanto a chi parla, c'è chi ha paura e non racconta le violenze subìte: le testimonianze, infatti, sono soltanto una parte della realtà, non certamente il suo totale. "La violenza sessuale è uno dei crimini più taciuti durante la guerra. Le vittime non parlano. Hanno paura e si vergognano di chiedere aiuto, figuriamoci rivolgersi alle forze dell'ordine per denunciare il crimine".

La paura più grande riguarda eventuali ritorsioni ma anche il chiacchiericcio oltre alla disillusione che i colpevoli vengano davvero puniti.

Le donne ucraine sono stuprate dal 2014, dall'epoca della Crimea, ma le informazioni non sono state diffuse in maniera quantomeno sufficiente e "per molto tempo il fenomeno è rimasto invisibile. Oggi è necessario parlarne affinché le vittime si sentano al sicuro e capiscano che lo stato e la società si prenderanno cura di loro".

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