Nell'epoca dell'immigrazione globalizzata e incontrollata, soltanto la Svizzera va controcorrente. Oltre a monitorare con minuzia certosina il flusso quotidiano dei frontalieri alle dogane, le autorità della Confederazione alzano la posta in faccia a quei giovani stranieri, circa 25mila, che vorrebbero usufruire di uno "sconto" sull'acquisizione della nazionalità elvetica poiché nati in uno dei 26 cantoni. I ragazzi di terza generazione, infatti, devono rispettare la stessa procedura dei loro genitori o dei loro nonni, a meno che non siano sposati con un cittadino svizzero. L'iter di naturalizzazione può durare diversi anni e ha un prezzo salato: il richiedente rischia di sborsare anche migliaia di franchi.
Il dibattito parlamentare
Mentre i socialisti ritengono che i parametri stabiliti per il rilascio del passaporto siano ormai obsoleti e troppo severi e lanciano un referendum, la destra conservatrice non ha alcuna intenzione di svendere la nazionalità rossocrociata e confida nello spiccato senso patriottico degli svizzeri. "Le terze generazioni hanno praticamente solo dei legami turistici e simbolici con il Paese dei nonni, per questo la Svizzera deve riconoscere i propri figli", sostiene la deputata socialista Ada Marra. "Il passaporto si ottiene battendosi e al termine di un percorso che permette di dimostrare l’integrazione e la motivazione dei candidati", ribatte il parlamentare dell'UDC Jean-Luc Addor.
Verso la sentenza referendaria
Il 12 febbraio l'interrogativo sulla semplificazione del conferimento della nazionalità verrà risolto con la votazione popolare: se il "sì" otterrà la doppia
maggioranza, il testo della Costituzione subirà una modifica attraverso l'approvazione del nuovo decreto federale. Altrimenti per i giovani immigrati "3.0" la strada verso la cittadinanza elvetica sarà ancora lunga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.