"Ci chiedono di intervenire", "Pretesto per il blitz": tensione alle stelle tra Russia e Usa

I leader di Donetsk e Lugansk hanno inviato a Mosca la richiesta di aiuto contro l'Ucraina. Possibile nuova escalation nel Donbass

"Ci chiedono di intervenire", "Pretesto per il blitz": tensione alle stelle tra Russia e Usa

Nel Donbass potrebbero a breve aprirsi le porte di un'altra escalation. Poco prima della mezzanotte russa, quando in Italia erano quasi le 22:00, dal Cremlino il portavoce Dmitry Peskov ha annunciato l'invio a Mosca, da parte delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, di una richiesta di aiuto militare. L'agenzia Tass ha pubblicato le foto dei due testi pervenuti dalle due entità separatiste. Secondo i vertici delle repubbliche del Donbass sarebbe in corso un attacco ucraino, da qui la richiesta di intervento alla Russia.

Cosa potrebbe accadere adesso

Lunedì scorso il presidente russo Vladimir Putin ha ufficialmente riconosciuto la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Lugansk. Si tratta dei due autoproclamati Stato russofoni situati nell'est dell'Ucraina che dal 2014 controllano de facto un territorio che de jure, secondo buona parte della comunità internazionale, è sotto la giurisdizione di Kiev.

Il riconoscimento delle due repubbliche ha aperto la strada a un trattato di cooperazione e amicizia con Mosca. Lo stesso Putin, nella giornata di martedì, ha ribadito che la Russia non ha intenzione di inviare soldati a meno di nuove evoluzioni sul campo. Tradotto, vuol dire che in caso di richiesta ufficiale da parte di Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, a capo rispettivamente della Repubblica di Donetsk e della Repubblica di Lugansk, il Cremlino potrebbe intervenire direttamente nel Donbass.

Per Mosca sarebbe un legittimo aiuto offerto da due entità che rappresentano la popolazione russofona stanziata nell'est Ucraina, meritevole quindi di difesa. Per Kiev invece si tratterebbe di un'aggressione al proprio territorio. Una posizione verosimilmente simile a quella che prenderebbe il presidente UsaJoe Biden e gli alleati della Nato. Questi ultimi hanno già condannato il riconoscimento delle due repubbliche da parte russa, annunciando importanti sanzioni economiche.

Separatisti: "Forze di Kiev provano a sfondare a Lugansk"

La richiesta di Pushilin e Pasechnik, giunta poche ore dopo la formale presa di contatto diplomatico con il governo russo dopo il riconoscimento, sarebbe figlia del deterioramento delle condizioni di sicurezza. Almeno questa è la versione fornita dai leader separatisti. Nel Donbass è vero in effetti che si è tornati a sparare in modo importante, ma Kiev e le due repubbliche si sono accusate a vicenda di aver provocato i nuovi scontri. Nelle ultime ore però i rumori dei colpi di artiglieria si erano fatti ancora più pesanti. I leader della repubblica di Lugansk hanno dichiarato ai media locali che sarebbe in corso un attacco ucraino lungo la linea del fronte. I combattimenti, hanno fatto sapere, sarebbero di grave entità e coinvolgerebbero diversi chilometri di territorio.

Difficile comunque accertare la situazione sul campo. Intanto dalla Russia sono rimbalzate voci secondo cui la richiesta ufficiale da parte dei presidenti delle repubbliche del Donbass sia stata inoltrata nella giornata di ieri, ma resa nota dal Cremlino soltanto adesso. Novità sono arrivate poco dopo le 23:00 (ora italiana) anche da Donetsk. Sarebbe saltata infatti la corrente in buona parte del territorio e mancherebbe anche la linea internet, segno di una situazione molto difficile da gestire.

Pentagono: "Altre forze russe stanno entrando nel Donbass"

Da Washington sono arrivate subito dure prese di posizione circa le ultime evoluzioni della crisi ucraina. Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che la richiesta di aiuto da parte delle forze separatiste è un "esempio di pretesto". Ha aggiunto inoltre che in caso di nuove azioni da parte russa sono pronte nuove sanzioni economiche. Dal Pentagono invece si dà per certo che le truppe russe stiano già entrando nel Donbass e si stiano posizionando in aiuto delle forze separatiste.

Sui media invece, in particolare su Fox News, poco prima della mezzanotte italiana è rimbalzata la notizia secondo cui le ultime immagini satellitari statunitensi avrebbero individuato una consistente presenza di truppe russe a 15 km dal confine ucraino nella zona di Charkiv.

La situazione nel resto dell'Ucraina

Kiev da alcune ore è ufficialmente in stato di emergenza. Il parlamento, riunito stamattina per votare le sanzioni contro i parlamentari russi e per la legge sul possesso di armi concesso ai civili, nel pomeriggio ha risposto positivamente all'appello del consiglio di sicurezza per dichiarare l'emergenza. Poche ore dopo il sito sia del parlamento che del governo ha smesso di funzionare, con le autorità locali che hanno accusato Mosca di aver attuato mirati attacchi informatici.

Dopo l'annuncio della richiesta di aiuto delle repubbliche separatiste alla Russia, da Charkiv, seconda città del Paese abitata da un'importante comunità russofona, è giunta la notizia della chiusura del locale aeroporto. Ignoti i motivi, ma non appena l'annuncio si è diffuso sulla rete in tanti hanno temuto il peggio.

Nella capitale invece, il sindaco Vitaly Klitschko ha dichiarato lo stato di emergenza cittadino a partire da domani. Una misura che rende possibile l'istituzione del coprifuoco e di maggiori controlli nei posti di blocco. Chiuso intanto anche l'aeroporto della città di Dnipro.

Zelensky: "Mosca ha approvato l'offensiva"

In un messaggio alla nazione diffuso sui canali Telegram, il presidente ucraino Zelensky ha parlato della possibilità di un attacco su larga scala. "La Russia ha approvato un'offensiva su larga scala - ha dichiarato il capo dello Stato - Questo può dar vita a una grande guerra in Europa". Il presidente ucraino si è poi rivolto al popolo russo. "Mi appello a voi non da presidente - si legge nel discorso - ma da cittadino dell'Ucraina, oggi ci divide un confine di oltre duemila chilometri, lungo il quale sono dispiegati quasi 200mila delle vostre truppe e migliaia di veicoli militari. Le vostre autorità hanno deciso di farli avanzare entrando nel territorio di un altro Paese".

"Questo è un passo che può essere l'inizio di una grande guerra nel continente europeo - ha aggiunto Zelensky - e può avvenire con qualsiasi pretesto", prosegue Zelensky, "vi diranno che è la liberazione del popolo ucraino, ma il popolo ucraino è libero, ricorda il suo passato e costruisce il suo futuro non lo distruggere come vi raccontano le vostre televisioni. Vi dicono che siamo nazisti ma come può esserlo una nazionale che per sconfiggere il nazismo ha dato oltre 8 milioni di vite umane?"

Parigi invita i francesi presenti in Ucraina a lasciare il Paese

In una nota inviata dal ministero degli Esteri francese, il governo di Parigi ha intimato ai propri connazionali ancora presenti in territorio ucraino ad abbandonare il Paese.

In particolare, il ministero ha esortato i francesi ad andare via "senza indugio" da Kiev e dalle altre città ucraine. Un ulteriore segno della preoccupazione in atto. La decisione è arrivata poche ore dopo una telefonata tra Emmanuel Macron e il presidente ucraino Zelensky.

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