Così il "fronte fantasma" si è insinuato oltre confine

Incendi, esplosioni e cortocircuiti avvenuti al confine russo con l'Ucraina nell'ultimo mese sono numerosi indizi che fanno credere all'opera di un "fronte fantasma" ucraino: ecco la serie di eventi

Così il "fronte fantasma" si è insinuato oltre confine

Se è vero che l'epicentro della guerra rimane pur sempre l'Ucraina con il centro nevralgico a Sud e a Est, in Donbass e zone limitrofe, molto si muove "sottobanco" anche oltre confine in direzione orientale, ossia in Russia. Dagli incendi scoppiati nei depositi di carburante agli attacchi hacker dove sono stati messi ko un impianto chimico di Dmitrievsky, leader nella produzione di solventi mentre a Tver, a Nord-Ovest della capitale, è andato a fuoco l'Istituto centrale di ricerca per la difesa aerospaziale della Federazione russa. Che si tratti di carburante o altri obiettivi, qualcosa nei confini russi non va: il "fronte fantasma" ucraino non si vede, non ci sono prove certe ma molti indizi che colpisca, a intermittenza, il territorio dello Zar.

La cronologia degli eventi via terra

Non può essere sempre e tutto un "caso": come abbiamo visto sul Giornale.it, l'ultimo incidente in ordine di tempo è avvenuto ieri a Bryansk, città della Russia a 100 km dal confine con l'Ucraina, in un deposito di carburante. Ma la cronologia degli eventi inizia almeno un mese dopo l'invasione russa quando il 30 marzo esplose un'installazione militare a Berlogorod, cittadina russa a pochi chilometri dal confine ucraino. Appena due giorni dopo, il 1° aprile, il Cremlino denuncia un nuovo attacco nella stessa area ma stavolta ai danni di un deposito di carburante. Tutto tace, Kiev non ha mai rivendicato questi due attacchi. Passano un paio di settimane e il 14 aprile ecco il terzo attacco: colpiti alcuni edifici civili a Klimovo, oltre il confine ucraino. Come ricorda il Corriere, poi, poche ore fa i russi hanno intercettato due droni a Borovskoye, località rurale della Russia. Infine, l'incendio divampato a Tver, nell'edificio che ospita l'istituto di ricerca per la difesa aerospaziale del Ministero della Difesa russo.

Gli eventi collegati all'Ucraina

Il fronte "fantasma", però, ha sparato altre cartucce sabotando alcune ferrovie in Bielorussia e l'attacco del 25 aprile in Transnistria, la regione separatista e filorussa della Moldova sempre al confine con l’Ucraina, che nei giorni scorsi Mosca ha dichiarato di voler congiungere alla Crimea e alla Russia. Come abbiamo visto su InsideOver, sono state udite diverse esplosioni nei pressi del ministero della Sicurezza a Tiraspol. Le autorità locali hanno confermato le prime indiscrezioni spiegando che le deflagrazioni sarebbero avvenute all’interno della struttura che ospita il ministero per la Sicurezza statale.

Quali sono le interpretazioni

Arrivando al dunque: questa catena di eventi è collegata o no? Gli ucraini hanno colpe per ogni singolo attacco o esplosione o le cose stanno diversamente? Il nome di fronte fantasma non è campato in aria ma si addice perfettamente a una situazione come questa: eventi non usuali che non hanno una causa precisa né rivendicata ma che accadono a cadenza regolare e contro obiettivi sensibili della Russia. È altamente improbabile che l'Ucraina non centri nulla.

Come ricorda il Corriere, la tattica è la stessa da Israele contro i siti strategici iraniani. Senza dichiarare nulla, fanno credere che il disastro sia capitato per un fortuito cortocircuito e per un errore umano. In ogni caso, il messaggio è chiaro: siamo in grado di colpirvi, conosciamo i vostri punti deboli.

Questo è quello che gli uomini di Zelensky hanno recapito alla potenza russa nella propria terra, non siete in grado di proteggere neanche gli obiettivi minimi. Mentre Mosca studia la contromossa, il fronte avanza silente, sottotraccia, nascosto. La guerra è lungi dall'essere conclusa.

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