Addio all'incubo del rigore Ue: così la Grecia ora sogna la ripresa

Cresce il Pil, volano le presenze turistiche, sale la fiducia e soprattutto finisce la vigilanza Ue. La Grecia targata Mitsotakis non è più il Paese malato d'Europa

Addio all'incubo del rigore Ue: così la Grecia ora sogna la ripresa

Per la Grecia i giorni bui della "Troika", della macelleria sociale e dell'austerità più dura sembrano ormai alle spalle. Nel 2022 Atene, guidata dal premier conservatore Kyriakos Mitsotakis, può pensare di mettersi definitivamente alle spalle il lungo decennio del rigore e della deflazione interna e pensare a una crescita economica e a un vero ritorno alla normalità. Sintomo di ciò la fine imminente dell'ultima eredità dell'era problematica dei memorandum e della Troika. La Commissione europea non prolungherà la sorveglianza rafforzata della Grecia una volta scaduto il 20 agosto, ha affermato mercoledì. In una dichiarazione, la Commissione ha dichiarato che "a seguito di scambi con le autorità greche, anche alla riunione dell'Eurogruppo del 16 giugno, la Commissione riconosce che la Grecia ha rispettato la maggior parte degli impegni politici assunti all'Eurogruppo al momento della sua uscita dall'adeguamento economico programma nel giugno 2018 e che ha ottenuto un'efficace attuazione delle riforme, anche nelle difficili circostanze create dalla pandemia di Covid-19 e, più recentemente, dall'aggressione militare russa contro l'Ucraina".

Nel 2018 l’Eurogruppo aveva chiesto di trasformare le ispezioni ad Atene da semestrali a trimestrali; le visite della Commissione continueranno sino a che la Grecia non avrà ripagato il 75% del suo debito da 230 miliardi di euro verso i suoi creditori comunitari, che secondo molti analisti tra il 2018 e il 2019 avrebbe imposto ad Atene di realizzare un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,4% del Pil per un decennio, e poi del 2,2% fino all’anno 2060 – qualcosa che nessun Paese dell’area dell’euro con una così precaria storia economica ha mai fatto. L'entità dei prestiti ricevuti è ancora più importante se letta in pari con quello dei contributi diretti dati dagli Stati membri europei: nello scorso decennio, ricorda La Stampa citando un recente studio della Federal Reserve Usa, "il trasferimento reale di risorse dagli altri Paesi euro (Italia compresa) alla Grecia è stato pari al 43,7% del Pil ellenico". Lo scoppio della recessione pandemica, la fine dell'ideologia del rigore come guida dell'Unione Europea e il contesto comunitario resosi problematico hanno reso obsoleta, in un'ottica di grandi movimenti politici, ogni attenzione specifica per la Grecia. Il governo di Mitsotakis, subentrato nel 2019 a quello di sinistra di Alexis Tsipras che aveva concluso i duri memorandum con l'Europa, ha voluto al contempo unire le politiche tradizionali di risanamento a un'agenda strategica per la crescita.

Dopo essere calato da 205,14 a 188,88 miliardi di euro (-7,92%) tra il 2019 e il 2020 per effetto della recessione pandemica il Pil greco nel 2021 è cresciuto a 216,24 miliardi (+12,61%), il valore massimo da quando nel 2015 è iniziata l'ordalia dei memorandum austeritari. Per il 2022, nonostante le difficoltà del Vecchio Continente, è previsto un +6% di ulteriore espansione. Un dato positivo della vivacità dell'attività economica è quello sui prelievi fiscali. I dati sulla riscossione delle tasse presentati dal ministro delle Finanze supplente Thodoros Skylakakis hanno mostrato un aumento di 799 milioni di euro (813,99 milioni di dollari) a giugno, +24%, rispetto all'obiettivo fissato dal governo, ha affermato Kathimerini. 18 milioni di turisti hanno visitato la Grecia nel 2021, un dato vicino al record del 2019 (19 milioni) e che nel 2022 Atene vuole battere. Le isole greche hanno registrato arrivi turistici record nella prima decade di luglio, con oltre 2 milioni di passeggeri che atterrano in uno dei cinque aeroporti internazionali dell'Egeo meridionale. Il governo Mitsotakis sta promuovendo sia misure di assistenza contro la crisi energetica e l'inflazione sia manovre pro-mercato per favorire gli ingressi di capitali e denaro nelle località turistiche, motore del Paese, tra cui spicca un taglio alle imposte locali sull'energia nelle isole mediterranee. E vista la crescente importanza della partita energetica europea la Grecia può valorizzarsi anche come hub gasiero cruciale per l'Unione, complice la vicinanza con gli Stati Uniti sul fronte geopolitico.

Promuovendo nuovi flussi di investimento e una nuova centralità a cavallo tra Europa e Mediterraneo che può creare ricadute positive sulla sua economia. Il ricordo del Paese "malato d'Europa" pare definitivamente alle spalle, mentre la Grecia sperimenta una vivacità e un dinamismo rari da trovare in questa fase incerta per il Vecchio Continente.

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