In Finlandia, una deputata è divenuta in questi giorni oggetto di un procedimento penale per “crimini di odio” dopo avere semplicemente criticato i recenti cortei dell’orgoglio omosessuale citando “versetti della Bibbia”.
Päivi Räsänen, esponente del Partito cristiano-democratico ed ex ministro dell’Interno nonché moglie di un pastore luterano, aveva infatti ultimamente postato, sul suo profilo Facebook, la foto di alcune pagine della Lettera di San Paolo ai Romani. La parte del testo teologico pubblicata dalla donna coincideva con i versetti 24-27 del primo capitolo dell’opera paolina, in cui l’apostolo delle genti invita alla conversione gli uomini e le donne che danno libero sfogo a “passioni infami” e che rigettano l’amore naturale per abbandonarsi a “rapporti contro natura”.
La foto del passaggio testuale neotestamentario era quindi accompagnata da commenti della Räsänen molto critici nei confronti degli attivisti Lgbt, da lei accusati di“offendere i valori cristiani”. Oltre alle accuse avanzate, tramite social, nei riguardi degli esponenti della comunità omosessuale, la deputata aveva anche indirizzato parole di fuoco a carico dei vertici della Chiesa evangelica luterana nazionale.
La donna aveva appunto stigmatizzato la presenza, in prima fila, di tutti i massimi rappresentanti dell’istituzione religiosa ai recenti Gay Pride organizzati in Finlandia. Il fatto che le autorità ecclesiastiche sfilassero accanto ai promotori della cultura Lgbt era stato censurato su Facebook dalla Räsänen con queste parole: “Come può la Chiesa luterana sostenere la compatibilità tra i fondamenti biblici della dottrina cristiana e i valori propagandati dai Pride, fondati sulla cancellazione dei concetti di morale e di peccato?”.
A carico della deputata, a causa dei commenti da lei postati sul social network, è stata quindi appena aperta, dalle forze dell’ordine locali su ordine di un tribunale di Helsinki, un’indagine per “incitamento all’odio verso le minoranze”. L’esponente cristiano-democratica ha reagito all’avvio del procedimento penale nei suoi riguardi twittando: “Sono fiduciosa. L’inchiesta non sarà seguita da alcun rinvio a giudizio. Tuttavia, sono scioccata per il fatto che le autorità considerino ormai un reato manifestare le proprie convinzioni religiose citando la Bibbia. Spero che l’offensiva giudiziaria in corso contro di me non induca i cristiani di Finlandia ad autocensurarsi”.
In base a quanto riportano i media del Paese
nordico, gli inquirenti non avrebbero per il momento accertato, nelle parole della donna, alcuna valenza “penalmente rilevante”. Gli accertamenti dovrebbero però proseguire "ancora per qualche giorno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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