Tutti gli errori di Obama nella lotta contro l'Isis

Pure la Francia scende in campo contro l'Isis, ma la Casa Bianca non riesce a creare un coalizione anti jihadisti. Sostieni il reportage

Tutti gli errori di Obama nella lotta contro l'Isis

Subito dopo la strage di Charlie Hebdo, la Francia inviò la portaerei Charles De Gaulle nel Golfo Persico per combattere l'Isis. La decisione era stata presa già prima dell'attacco terroristico (più precisamente il 6 gennaio).

A partire dal 23 febbraio la portaerei francese ha iniziato ufficialmente la lotta al terrorismo all'interno della coalizione guidata dagli Stati Uniti, affiancando così, come scrive Liberation, "la portaerei Uss Carl Vinson". Dal Golfo Persico, i 22 caccia-bombardieri a bordo della Charles de Gaulle "dovrebbero raggiungere i loro obiettivi in un'ora e mezzo di volo".

Le monde isis

Francia e America sarebbero quindi uniti nella lotta al terrorismo. Cosa doverosa, se non fosse che, come ha notato Max Boot, ricercatore per la sicurezza nazionale al Council of Foreign Relations, "la strategia del presidente Barack Obama in Siria e in Iraq non sta funzionando". E non funziona perché, concretamente, la coalizione sta facendo poco o nulla.

Boot consiglia di intensificare soprattutto gli attacchi aerei. Un esempio: "Quando i talebani hanno perso il controllo dell'Afghanistan tra il 7 ottobre 2001 e il 23 dicembre 2001, un periodo di 75 giorni, gli aerei americani hanno compiuto 6500 voli, lasciando cadere 17.500 bombe. Al contrario, tra l'8 agosto 2014 e il 23 ottobre 2014 - 76 giorni - gli Usa hanno condotto solamente 632 attacchi aerei, rilasciando solamente 1700 bombe in Iraq e in Siria. Bombardamenti così episodici e disorganizzati non stopperanno certo alcuna forza militare che sia determinata, tanto meno una forza fanatica come quella dell'Isis".

Un altro esempio: a giugno 2014 gli jihadisti dell'Isis sono entrati in Iraq dalla Siria. Guidavano, come loro solito, i loro pickup bianchi Toyota.

Isis toyota

Il governo iracheno chiese l'intervento americano. Bombardarli sarebbe stato facilissimo. Il cielo era terso e i miliziani sfilavano tranquillamente, ma Obama ammise: "Non abbiamo una strategia". Così nessuno intervenne e l'Iraq cadde ancora di più nel baratro del fanatismo islamico.

Allora

mancava la strategia. Quella strategia che manca anche oggi: l'Isis avanza e nessuno - tranne poche e gloriose eccezioni - osa fare qualcosa. L'Occidente vuole davvero sconfiggere l'Isis o vuole solo giocare alla guerra?

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