L’ufficio europeo antifrode (Olaf) ha aperto un’inchiesta ai danni di Frontex, l’agenzia Ue responsabile del controllo delle frontiere esterne comunitarie e che ha sede a Varsavia. A confermare l’avvio delle indagini a carico dell’agenzia citata è stato direttamente l’ufficio stampa di Olaf, facendo seguito a numerose censure espresse in precedenza all’indirizzo di Frontex da numerose ong ed europarlamentari. L’agenzia per il controllo delle frontiere era stata infatti biasimata pubblicamente per irregolarità, con le critiche che si sono concentrate sostanzialmente verso i vertici della stessa. Sull’inchiesta ai danni di Frontex non sono state ancora rilasciate dichiarazioni da Ylva Johansson, commissario europeo per gli Affari interni.
L’ufficio stampa di Olaf ha appunto confermato lunedì l’apertura di un’inchiesta specificando: “L'Olaf può confermare di aver avviato un'indagine su Frontex. Tuttavia, poiché un'indagine è appunto in corso, non può rilasciare ulteriori commenti. Ciò al fine di tutelare la riservatezza delle indagini in corso ed eventuali successivi procedimenti giudiziari”. L’istituzione antifrode ha però contestualmente provato a spiegare agli organi di informazione che l’avvio di accertamenti nei riguardi di Frontex non significa necessariamente colpevolizzare i dirigenti di quest’ultima: “Il fatto che l'Olaf stia conducendo un'indagine non significa che le persone o entità coinvolte abbiano commesso un'irregolarità o frode. L'Olaf rispetta pienamente la presunzione di innocenza e i diritti di difesa delle persone o entità interessate da un'indagine”. La stessa Olaf non ha fornito ulteriori informazioni sul fascicolo aperto, ma, secondo alcune indiscrezioni, al centro delle indagini vi sarebbe il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, su cui gravano sospetti di illeciti. Nel dettaglio, affermano le medesime fonti, l’apertura delle indagini da parte dell’ufficio anti-frode farebbe seguito a delle precedenti ispezioni condotte da funzionari dello stesso, a dicembre, proprio negli uffici di Leggeri e del suo capo di gabinetto, in cerca di indizi di potenziali reati.
Dall’agenzia per la sorveglianza dei confini europei, per il momento, non sono filtrati commenti ufficiali sulle indagini avviate da Olaf, anche se, in realtà, un portavoce anonimo dell’istituzione con sede a Varsavia ha precisato alla stampa, senza negare l’esistenza di accertamenti in corso a carico di Frontex, che quest’ultima ha a cuore la trasparenza e che sta “pienamente cooperando con Olaf”. Il medesimo portavoce ha quindi provato a ridimensionare il fatto che sarebbero state effettuate delle ispezioni presso l’ufficio del direttore Leggeri, derubricando tali perquisizioni come “normali pratiche di buon governo” che non implicano affatto l’attribuzione immediata di illeciti ai vertici di Frontex.
L’apertura di un fascicolo ai danni dell’istituzione con sede a Varsavia, per presunte irregolarità, è arrivata dopo mesi di ripetuti attacchi ai danni della stessa, con, in primo luogo, delle ong per i diritti umani che hanno biasimato l’agenzia per avere preso parte ad alcuni respingimenti illegali di migranti
nel Mediterraneo orientale. Tali accuse delle associazioni umanitarie sono state in seguito rilanciate da membri del parlamento europeo, con il gruppo socialista che ha espressamente sollecitato le dimissioni di Leggeri.
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