In Germania è stato appena introdotto il reato di “bruciare la bandiera dell’Unione europea”. Il parlamento federale ha infatti votato giovedì a favore di tale modifica legislativa in ambito penale, diretta a classificare come “crimine di odio” il gesto di dare fuoco al vessillo europeo. Da oggi in poi, chiunque darà alla fiamme o farà a pezzi la bandiera comunitaria rischierà fino a tre anni di carcere.
Alla stessa condanna sarà assoggettabile, fa sapere la Bbc attenendosi sempre alla nuova legge tedesca, anche chi brucia o strappa il vessillo di qualsiasi nazione straniera, nonché chi pubblicamente manca di rispetto a un altro simbolo dell’Unione, ossia l’Ode alla gioia, che è l’inno ufficiale europeo.
Mediante la riforma in questione, evidenzia il network, il Bundestag ha esteso agli attacchi contro i simboli dell’Ue e degli Stati esteri la disciplina sanzionatoria che finora puniva il vilipendio alla bandiera tedesca.
La decisione di criminalizzare gli oltraggi al vessillo e all’inno europei nonché alla bandiera di qualsiasi Paese è stata promossa dall’Spd, ricostruisce l’emittente britannica, fin dal 2017, all’indomani di una protesta anti-israeliana andata in scena allora a Berlino e durante la quale furono bruciati dei vessilli dello Stato ebraico.
Principale sostenitore, all’interno dell’esecutivo Merkel, della riforma penale di giovedì è stato il ministro della Giustizia, la socialdemocratica Christine Lambrecht. La donna, riferisce la Bbc, aveva sollecitato con le seguenti parole la maggioranza Cdu-Spd a varare la modifica legislativa in questione: “Bruciare in pubblico qualsiasi bandiera non ha niente a che fare con l’idea di protesta pacifica”.
A detta del ministro, inoltre, dare fuoco a un vessillo equivarrebbe a manifestare “odio, rabbia e violenza” e a urtare la sensibilità di tante persone.
Contro la criminalizzazione del gesto di dare alle fiamme o di fare a pezzi la bandiera Ue o di nazioni straniere si sono invece
schierati i parlamentari di AfD, che hanno condannato con forza la nuova legge penale bollandola come un’“eccessiva interferenza ai danni della libertà di espressione e della libertà artistica”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.