Tra Croazia e Germania si è di recente creato uno scontro diplomatico a causa di alcuni commenti “razzisti” pubblicati su Facebook da una funzionaria dell’ambasciata di Zagabria a Berlino.
Elizabeta Madjarevic, segretario generale della sede diplomatica croata a Berlino, è infatti finita nella bufera per avere scritto e postato sul social network dichiarazioni inneggianti alla “purezza bianca” del Paese slavo. Secondo il sito d’informazione dell’ex repubblica iugoslava Index.hr, le parole incriminate della donna sarebbero state queste: “Solo in Croazia sopravvive ormai l’Europa pura e autentica. Da noi ci sono infatti soltanto bianchi, come era normale nell’Europa di trent’anni fa”.
Altri commenti pubblicati ultimamente su Facebook dalla funzionaria di stanza in Germania, sempre accompagnati da suggestive immagini della costa adriatica croata, recitavano: “Qualcuno potrà ritenerlo incredibile, eppure è vero: in Croazia, per fortuna, è possibile trascorrere le vacanze in un autentico clima socio-culturale europeo”. In un successivo post, la Madjarevic si era quindi scagliata contro i flussi migratori: “Gli immigrati, quasi tutti musulmani, arrivano in Europa non solo per accaparrarsi i sussidi sociali e il passaporto di un Paese Ue, ma anche per una ragione politica: attuare il progetto dell’islamizzazione. Cara Europa, è necessario che tu impari presto a dire no, a riscoprire le tue radici e a preservare con orgoglio la tua identità cristiana”. Sul profilo social della donna non erano inoltre mancate accuse infuocate verso i movimenti Lgbt, tacciati di “promuovere la pedofilia”.
Le esternazioni diffuse sul web dalla rappresentante a Berlino del governo di Zagabria hanno immediatamente provocato la dura reazione delle autorità tedesche. Il ministro degli Esteri del Paese teutonico, il socialdemocratico Heiko Maas, ha appunto sollecitato il suo omologo croato a “prendere le distanze” dalle convinzioni espresse dalla funzionaria e a sanzionarla per avere violato la “proverbiale riservatezza diplomatica”.
Il responsabile degli Esteri di Zagabria, Gordan Grlić-Radman, ha prontamente soddisfatto le richieste di Maas richiamando in patria la Madjarevic e promuovendo contro di lei un procedimento penale per“infrazione ai doveri d’ufficio”. A detta dei media dell’ex repubblica iugoslava, la protagonista dello scandalo starebbe reagendo alle accuse negando di avere scritto le frasi incriminate e asserendo che il suo profilo Facebook sarebbe stato “hackerato”.
Grlić-Radman ha giustificato così la sua decisione di rimuovere dall’incarico in Germania la donna: “La Croazia condivide i valori europei. Il razzismo, la xenofobia e ogni forma di intolleranza non devono avere alcuno spazio nella diplomazia”. A sostegno del ministro si è subito schierata Colinda Grabar-Kitarovic, capo dello Stato di Zagabria, che ha tuonato: “Commenti che inneggiano alla discriminazione e all’odio sono inaccettabili, soprattutto se fatti da rappresentanti delle istituzioni”.
La rimozione della Madjarevic dall’incarico è stata però condannata nel Paese slavo dagli esponenti del partito nazionalista Croatian Growth, che hanno definito la funzionaria “vittima dei paladini del politicamente corretto”.
A loro avviso, le autorità croate vorrebbero punire la donna “perché non ha fatto altro che denunciare verità scomode: l’islamizzazione dell’Europa e la scomparsa dell’identità cristiana del vecchio continente, causate da un’immigrazione di massa favorita da politici deboli e schiavi del perbenismo”.
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