Il giorno dell'inaugurazione dell'ambasciata americana a Gerusalemme, che il presidente Trump ha voluto spostare da Tel Aviv, è arrivato. Applausi all’arrivo del premier Benyamin Netanyahu. Presente anche il presidente Reuven Rivlin. A rappresentare gli Stati Uniti Ivanka Trump, Jared Kushner, l’ambasciatore David Friedman, il segretario al Tesoro David Mnuchin e il vice segretario di Stato John Sullivan. È un giorno di festa per Israele, visto che il trasferimento della sede diplomatica coincide con il 70° anniversario della nascita dello Stato. Ma è anche un giorno di fortissime tensioni, viste le proteste dei palestinesi, a Gaza, i durissimi scontri, i morti (37) e gli oltre mille feriti.
"La nostra più grande speranza è per la pace", ha detto Donald Trump in un messaggio video trasmesso durante la cerimonia di inaugurazione. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, "mantengono
il loro impegno per facilitare un accordo di pace duraturo". "Israele è una nazione sovrana, col diritto di ogni altra nazione sovrana di determinare la propria capitale", ha detto Trump, sottolineando che "la capitale di Israele è Gerusalemme". Gli Stati Uniti, ha aggiunto il presidente, mantengono il loro impegno per preservare lo "status quo" dei luoghi sacri di Gerusalemme ed estendono la loro "amicizia" oltre che ad Israele, anche ai palestinesi e agli altri vicini della regione. Infine, Trump ha concluso il suo messaggio con un invito alla pace in Medio Oriente.
"Quando Trump fa una promessa, la mantiene", ha sottolineato Jared Jushner, aggiungendo che con il trasferimento della sede diplomatica "abbiamo mostrato al mondo, ancora una volta, che degli Usa ci si può fidare. Israele ha il diritto di scegliere la sua capitale".
È toccato a Ivanka Trump il compito di togliere il velo allo stemma sul muro della legazione americana a Gerusalemme: A nome del 45° presidente degli Stati Uniti d’America vi diamo ufficialmente il benvenuto per la prima volta all’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, capitale di Israele".
"Oltre due decenni di rinvii del trasferimento dell'ambasciata non ci hanno portato più vicini ad un accordo di pace duraturo tra Israele e palestinesi", ha scritto su Twitter l'inviato Usa in Medio Oriente, Jason Greenblatt, rivendicando che "fare il lungamente atteso passo di spostare la nostra ambasciata, non rappresenta un abbandono del nostro forte impegno a facilitare un accordo di pace, ma piuttosto una condizione necessaria per ottenerla". "Mentre inizia questo giorno storico, ricordiamo perché siamo qui e come ci siamo arrivati", ha aggiunto il diplomatico, ricordando come del 1995 sia stato approvato in modo bipartisan al Congresso il Jerusalem Embassy Act, confermato all'unanimità nel 2017 dal Senato, in cui veniva richiesto il trasferimento che oggi verrà formalizzato.
Il presidente Trump "ha fatto la storia" riconoscendo Gerusalemme come capitale di Israele e trasferendo qui l'ambasciata Usa. Lo ha detto nel suo intervento il premier israeliano, Benjamin Netanyahu: "Presidente Trump, riconoscendo la storia ha fatto la storia", ha detto Netanyahu. E poi ha aggiunto: "Siamo a Gerusalemme e siamo qui per rimanerci. Gerusalemme è la capitale indivisibile di Israele.
Puoi costruire la pace solo sulla verità - ha proseguito - e la verità è che Gerusalemme è sempre stata e sempre sarà la capitale di Israele". Il premier ha poi ringraziato i "coraggiosi militari che proteggono i confini di Israele anche mentre stiamo parlando. Vi rendiamo onore!".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.