Il Giappone chiede agli Usa un caccia ibrido di sesta generazione

Il Giappone vuole un caccia ibrido che possa combinare le capacità dell’F-22 e dell’F-35. Potrebbe essere un'occasione per il Programma Fenice

Il Giappone chiede agli Usa un caccia ibrido di sesta generazione

Il Giappone ha presentato ai principali appaltatori della difesa statunitense una formale richiesta dal potenziale valore di 40 miliardi di dollari per un nuovo caccia ibrido da superiorità aerea che possa combinare le caratteristiche dell’F-22 e dell’F-35 ma superiore ad entrambi. Il caccia ibrido includerebbe motore, radar e componenti costruiti in Giappone. Reuters afferma che Lockheed Martin ha incontrato i funzionari del Ministero della Difesa giapponese e che sarebbe già in grado di presentare una proposta ufficiale qualora gli Stati Uniti autorizzassero l’esportazione della tecnologia sensibile.

“Non vediamo l'ora di esplorare le opzioni per il nuovo caccia in collaborazione con i governi giapponese e statunitense. La nostra leadership ed esperienza nei velivoli di quinta generazione può essere sfruttata per fornire in modo economicamente efficiente le capacità nel soddisfare le future esigenze di sicurezza del Giappone”.

Mitsubishi Heavy Industries, principale appaltatore della difesa giapponese, come parte del programma Advanced Technology Demonstrator- Experimental (ATD-X) ha prodotto un dimostratore tecnologico conosciuto come X-2. Tuttavia i 350 milioni dollari già investiti nel programma ATD-X hanno spinto il Ministero della Difesa a cercare altre opzioni. Oltre a Lockheed Martin, il Giappone avrebbe inviato una RFI, request for information, a Boeing e BAE Systems.

Advanced Technology Demonstrator-Experimental

Il programma Advanced Technology Demonstrator-Experimental aveva l’obiettivo di sviluppare e produrre un caccia puro da contrapporre alle piattaforme cinesi di ultima generazione in un ipotetico scontro sul Mar del Giappone. Il caccia di sesta giapponese generazione avrebbe poi sfruttato il know-how acquisito dai test di volo del Mitsubishi X-2. L’attuale forza da superiorità aerea del Giappone si basa sull’F-15J Eagle e sull'F-16. Quest'ultimo, chiamato F-2, è stato prodotto in 94 esemplari dal 1995 al 2011 al costo esorbitante di oltre 100 milioni di dollari ad esemplare. I giapponesi vogliono entro il 2030 ciò che viene attualmente chiamato F-3, una variante operativa di sesta generazione. La tempistica non è casuale: nel 2030 sia l’US Navy che l’Air Force, sperano di riuscire a mettere in servizio rispettivamente i programmi A-XX e F-X. Il Giappone vorrebbe sfruttare lo sforzo congiunto degli Stati Uniti per sviluppare la propria piattaforma. In questo modo Tokyo dimezzerebbe le spese per lo sviluppo di un nuovo caccia. Il Ministero della Difesa giapponese prevede di avviare la produzione di serie del programma F-3 nel 2027. Nel frattempo Tokyo ha acquisito 42 F-35A prodotti in licenza da Mitsubishi in sostituzione dei F-4J Kai Phantom II. L’F-35 è una piattaforma tattica, non è un caccia da superiorità aerea come l’F-15 o da dominio aereo come l’F-22.

Shinshin, il dimostratore tecnologico del Giappone

L’ATD-X ribattezzato Shinshin, Spirito del Cuore, si è alzato in volo per la prima volta il 22 aprile del 2016 completando ad oggi 34 voli. Lungo 14,2 metri con un'apertura alare di 9,1 metri, è alimentato da due propulsori IHI XF5-1 dotati di postbruciatori. L’ ATD-X ha dimostrato l’efficacia delle tecnologie giapponesi progettate per il futuro caccia di serie di sesta generazione. Alcune delle tecnologie sviluppate dalla Technical Research and Development Institute riguardano la spinta vettoriale tridimensionale, per un sistema simile a quello utilizzato sul Rockwell X-31. Tali superfici mobili, avrebbero già dimostrato di inficiare il profilo a bassa osservabilità del prototipo. Tra le caratteristiche implementate un sistema di controllo di volo fly-by-optics immune alle contromisure elettromagnetiche e che consente maggiore velocità di trasmissione. Oltre al radar a scansione elettronica e capacità ECM ed ESM, lo Shinshin possiede la capacità di auto-riparazione. Secondo il Technical Research and Development Institute, “il prototipo rileva automaticamente i guasti o i danni sulle superfici di controllo e calibra quelle funzionanti per mantenere il volo controllato”. Il programma si è chiuso il mese scorso. Dopo 350 milioni di dollari investiti e 33 voli effettuati sui 50 previsti, il dimostratore Shinshin potrebbe non volare mai più.

Il caccia ibrido del Giappone

Nel 2007 il Congresso degli Stati Uniti vietò al Giappone l'acquisizone dell’F-22 Raptor: ad oggi la tecnologia del caccia di quinta generazione non può essere esportata per legge. In base a quanto previsto dall'Obey Amendment del 1997, l'esportazione dell'F-22, fuori produzione dal 2012, è vietata. A distanza di 20 anni, le tecnologie dell'F-22 non sono più sperimentali. L'F-35 disponibile sul mercato è tecnologicamente più avanzato dell'F-22. L'Obey Amendment è oggi uno strumento a salvaguardia dell'F-35. Lockheed ha già confermato di essere in grado di proporre un nuovo velivolo ibrido per il Giappone. Ciò significa che potrebbe trattarsi di una piattaforma con una struttura simile al Raptor (quindi con prestazioni aerodinamiche superiori all’F-35) con l’avionica avanzata dello Joint Strike Fighter. Si tratterebbe di un nuovo velivolo da combattimento per quella che sarebbe una proposta certamente dispendiosa in termini di tempo e risorse. Da rilevare che gli Stati Uniti non sarebbero in alcun modo obbligati ad acquistare il caccia ibrido considerando gli attuali investimenti per il sistema PCA.

Penetrating Counter Air

Nel documento strategico Air Superiority 2030 Flight Plan non è prevista esplicitamente la realizzazione di un nuovo caccia. Figurano tuttavia tre lettere: PCA, acronimo per Penetrating Counter Air. Si legge nel documento: “Il PCA dovrà massimizzare una serie di compromessi tra autonomia, carico utile, sopravvivenza, letalità, accessibilità, e sostenibilità. Coerentemente con una mentalità di acquisizione agile progettata per l’entrata in servizio secondo i tempi richiesti, si richiede uno sviluppo rapido che possa rispondere alle minacce future. Il PCA dovrà rispondere alle crescenti piattaforme ed asset aerei e di superficie avanzati che si stanno diffondendo in tutto il mondo”.

Lo scorso anno la Casa Bianca, sotto forma di piano di bilancio supplementare, suggeriva di aumentare di otto volte il budget per la ricerca e sviluppo del futuro caccia di sesta generazione. Nel 2016 il budget annuale del programma Next Generation Air Dominance era di 21 milioni di dollari. Nella sua ultima richiesta di budget per l'anno fiscale 2019, l’Air Force ha richiesto più di 500 milioni di dollari per il programma NGAD/ Penetrating Counter Air. Si tratta del doppio di quanto richiesto dall'USAF per sostenere il programma NGAD nell'anno fiscale 2018.

Il PCA potrebbe essere un drone/velivolo pilotato a bassa osservabilità che sfrutterà il know how acquisito con le piattaforme testate pubblicamente e non. Potrebbe trattarsi dell’SR-72 con motore a ciclo combinato. A differenza delle limitazioni tradizionali (reattori, statoreattori e scramjet possono operare soltanto a diversi regimi di velocità), il nuovo sistema propulsivo mira a risolvere questo problema utilizzando un motore a turbina per la bassa-velocità ed uno scramjet a velocità elevate. Il Penetrating Counterair rispolvera il concetto della ricognizione persistente per un A-UCAV in grado di volare in profondità nello spazio aereo nemico ed aggirare il problema dei satelliti, confinati dalle loro orbite.

F-22 Raptor: Riaprire il Programma Fenice?

Il problema di fondo deriva da un errore di calcolo nel periodo successivo alla guerra fredda, quando il Dipartimento della Difesa si convinse che con la caduta dell’Unione Sovietica non ci sarebbe stata alcuna minaccia aerea futura. Una valutazione del tutto errata, considerando oggi gli investimenti cinesi e russi nei caccia di nuova generazione.

A distanza di sei anni dalla chiusura della linea Raptor, il Congresso degli Stati Uniti ha commissionato una studio apposito per valutarne la fattibilità ed il conseguente impatto economico della riapertura del programma. L’aver sospeso la produzione F-22 Raptor a soli 187 esemplari è stata una delle più stupide decisioni in materia di appalti militari degli ultimi decenni. Soltanto 123 sono stati convertiti al combattimento. Il resto dei caccia sono classificati come macchine di inventario, destinati ad attività di test o fuori servizio. Ad oggi, considerando le minacce attuale ed i contesti dove è necessaria la presenza di una piattaforma di quinta generazione, l’Air Force avrebbe bisogno di almeno 382 Raptor. Sappiamo che l’intera linea di produzione non è stata cannibalizzata, ma conservata in deposito così come tutti i progetti. L’amministrazione Obama non ha mai paventato tale possibilità, concedendo soltanto gli aggiornamenti necessari (non senza difficoltà) per l’unico caccia di quinta generazione ad oggi in servizio nel mondo.

Eravamo ottimisti – si legge nella relazione dell’Air Force presentata lo scorso anno alla Commissione dei Servizi Armati del Senato – forse fin troppo, ma eravamo convinti che per un ragionevole numero di anni, nessun paese fosse stato in grado di sviluppare piattaforme di nuova generazione. Purtroppo Russi e cinesi lo hanno fatto nella metà del tempo rispetto a quanto avevamo ipotizzato.

Uno studio del 2010 commissionato dall’Air Force alla RAND Corporation stimava una spesa di 17 miliardi di dollari per 75 nuovi Raptor. I risultati del nuovo studio fissano quella cifra a 50 miliardi di dollari per 194 nuovi Raptor. La cifra è così divisa: 7/10 miliardi di dollari in costi di avviamento e 40,4 miliardi per l'approvvigionamento dei velivoli. Il costo unitario per ogni Raptor 2.0 è stimato in 206/216 milioni. L'ultimo F-22 prodotto è costato ai contribuenti americani 137 milioni di dollari.

L'F-22 è ancora il miglior caccia del mondo, anche se in uno confronto su larga scala, pagherebbe caro il suo esiguo numero. Senza considerare, infine, che qualche AIM-120 potrebbe anche non colpire il bersaglio in un’era in cui la guerra elettronica attiva sta compiendo passi da gigante. Oggi, l’unico vero nemico del Raptor è numerico. La storia, però, potrebbe cambiare a breve.

L'USAF non ha la forza politica ed economica per riavviare la linea Raptor, ma i 40 miliardi di dollari garantiti dal Giappone ammortizzerebbero il conseguente impatto economico. In questo contesto, gli Stati Uniti acquisterebbero la nuova versione del Raptor a costo unitario. Ovviamente ciò non accadrà poichè nulla può mettere a rischio il programma F-35 che ha ormai superato il punto di non ritorno. Tuttavia se il Giappone acquistasse un Raptor aggiornato invece di sviluppare un design quasi identico, garantendo la maggior parte dei costi di riavvio e sviluppo, si presenterebbe un'opportunità vantaggiosa per gli Stati Uniti. Ed a produzione avviata e certa (fissata per legge), i costi unitari continuerebbero a scendere.

In ogni caso gli Stati Uniti necessitano di un nuovo caccia dal 2030 e non possono permettersi lo sviluppo ventennale di una nuova piattaforma. L’evoluzione della tecnologia esistente garantirebbe di sviluppare nei tempi stabiliti il sistema Phoenix secondo quanto previsto dal Next Generation Air Dominance.

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