Una nuova carovana di migranti centroamericani è appena partita dall’Honduras in direzione degli Stati Uniti. Centinaia di persone si sono infatti messe in marcia a piedi mercoledì notte alla volta dei confini statunitensi, in quello che è l’ennesimo serpentone di disperati aventi come obiettivo mettere piede in ogni modo in territorio Usa. Questa sarebbe la seconda carovana del 2020 e, nel dettaglio, la prima a crearsi in seguito al passaggio degli uragani Eta e Iota. Il punto di partenza di tale nuova marea di profughi è, come per quelle precedenti, sempre la stazione dei pullman di San Pedro Sula, località honduregna. I continui flussi di migranti in partenza dal Centroamerica hanno finora infiammato il dibattito politico americano intorno al tema della sicurezza dei confini, spingendo l’amministrazione Trump a rafforzare, in funzione anti-clandestini, barriere e controlli di polizia lungo la frontiera meridionale a stelle e strisce.
La carovana appena partita dall’Honduras sarebbe costituita, per il momento, da oltre 400 persone, ma è probabile che si ingrossi lungo il suo cammino verso gli Stati Uniti, con sempre nuove persone, provenienti da tutto il Centroamerica, che si potrebbero accodare al serpentone in questione.
La prima destinazione delle centinaia di migranti mesoamericani, nella loro marcia verso gli Usa, è l’ovest dell’Honduras, in cui è ubicata la frontiera tra tale Paese e il Guatemala.
Questa carovana è stata ribattezzata dalla stampa locale “la carovana dei sinistrati“, dato che la recente marea di profughi sarebbe composta in maggioranza da ex lavoratori delle piantagioni honduregne.
In particolare, molti dei migranti attualmente in marcia avrebbero finora lavorato nelle coltivazioni di banane presenti nelle località honduregne di La Lima, Cortés e El Progreso, duramente colpite, nelle settimane scorse, dal passaggio degli uragani Eta e Iota. Tali centinaia di ex braccianti avrebbero deciso di partire alla volta degli Usa proprio per il fatto che le tempeste citate hanno devastato moltissime piantagioni locali e hanno così determinato la perdita del lavoro di moltissime maestranze agricole.
Il fatto che un’ennesima carovana di disperati sia partita dal Centroamerica dimostra ancora una volta, denunciano gli analisti, che il triangolo settentrionale mesoamericano (El
Salvador, Guatemala e Honduras) è una delle principali fonti di migrazione verso gli Usa, alimentata da persone che fuggono dalla povertà, dalla violenza e dalle catastrofi naturali che affliggono i Paesi ispanici citati.
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