"Inceneritori portatili": così Mosca ha fatto sparire i suoi soldati

Pur di non ammettere le ingenti perdite, il Cremlino ordina di abbandonare i corpi dei caduti e non rimpatriarli. Dagli inceneritori al silenzio imposto alle famiglie: ecco il metodo Putin

"Inceneritori portatili": così Mosca ha fatto sparire i suoi soldati

Il numero dei soldati russi di Putin caduti sul campo di battaglia aumenta sempre di più ma il Cremlino dice tutt'altro: l'ultimo bollettino dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, diffuso su Facebook, parla di 18.600 perdite dal primo giorno di attacco all'Ucraina lo scorso 24 febbraio. I conteggi ufficiali del ministero della Difesa russo, però, parlano di cifre diametralmente opposte: secondo il Cremlino, i morti ufficiali sarebbero 1.351 in totale. La cifra è palesemente falsa: la Nato ha conteggiato in almeno 7mila i caduti, Kiev ne stima quasi il doppio, 13mila. Al di là dei numeri, impietosi, di vite umane perse, la cosa che sconvolge è che i corpi dei soldati sarebbero bruciati e abbandonati per "farli sparire" e censurare un andamento del conflitto che per Mosca e il suo zar diventa sempre più inaccettabile.

Quelle vittime "negate"

Come abbiamo visto sul Giornale.it, Mosca non avrebbe alcuna intenzione di riprendere le salme dei suoi soldati caduti in battaglia. Almeno questa è la versione fornita al quotidiano La Stampa dal governatore di Kharkiv, Oleh Synyehubov. Alla domanda se le autorità di Kiev informano le famiglie dei russi uccisi e poi identificati, Synyehubov ha fornito una risposta emblematica, parlando di una particolare procedura da seguire. "C'è una procedura precisa in materia da seguire, stabilita e definita dai dicasteri competenti di concerto col ministero dell'integrazione dei territori occupati. E c'è una precisa procedura per l'identificazione dei corpi, per il loro trasporto, e per la notifica alla Federazione Russa in prospettiva della restituzione delle salme", ha spiegato il governatore. Ma sono altre dichiarazioni che lasciano piuttosto interdetti, visto che la Russia si rifiuterebbe di far rimpatriare le suddette salme. "Ci troviamo davanti un muro, le autorità di Mosca si rifiutano di far rimpatriare i corpi", ha sottolineato Synyehubov.

Gli inceneritori per far sparire i corpi

Ma non è tutto, anzi: il The Guardian, citando fonti dell'intelligence britannica, ha riferito che le unità russe avrebbero con sé alcuni "inceneritori portatili" per bruciare i corpi dei caduti. Come riporta l'agenzia di stampa ucraina Union, decine di cadaveri russi sono abbandonati in strada dentro buste di plastica dalle parti di Nikolaev: sarebbero le vittime russe che Mosca non ha intenzione di recuperare, la maggior parte dei quali giovanissimi con poco più di 20 anni. Come riporta Il Messaggero, poi, in una cittadina al confine con la Crimea, "testimoni oculari hanno riferito ai giornalisti di Unian che i corpi di circa 50 soldati russi uccisi nella regione di Kherson e Nikolaev sono stati gettati in una fossa e bruciati". Il Cremlino e Putin non sono vogliono occultare, ma non vogliono nemmeno restituire i corpi dei caduti alle loro famiglie. "Ci sono prove di una crescente pressione sui giornalisti locali in Russia che riferiscono delle perdite militari" ha twittato Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino. "Alcune delle prime pubblicazioni sui soldati uccisi in azione sono state cancellate".

La censura russa sui propri uomini

Il fatto è stato confermato anche da un giornalista russo che alla Bbc ha riferito come "tutti i media locali sono stati incaricati dal governo regionale di non pubblicare alcun dato sulle perdite in Ucraina". Anche Zelensky si è espresso in materia, accusando Putin di aver ordinato di bruciare le salme dei soldati uccisi. E quelle che rimangono, vengono abbandonate e mai rimpatriate. L'ennesima prova provata è stata fornita sempre da Union, la quale è in possesso di un documento che risale al 26 febbraio e porta la firma del viceministro alla Difesa russo, Alexei Kryvoruchko, nel quale viene ordinato di eliminare i corpi dei militari uccisi in Ucraina.

Il silenzio imposto alle famiglie

Come detto, le famiglie russe non hanno neanche la possibilità di piangere i propri cari caduti in battaglia. Come per i giornalisti, Putin ha imposto loro il silenzio, l'omertà.

"Ci sono casi in cui funzionari locali hanno fatto pressioni sui parenti delle vittime, ordinando loro di rimanere in silenzio. Dicono che ora non c'è bisogno di fare storie, e che più avanti verrà trovato un modo per commemorare i caduti", rivela alla Bbc un giornalista russo.

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