Dall’India arriva la storia di uno spasimante respinto che ha deciso di avvelenare sia la ragazza 17enne che ne aveva rifiutato le avance sia due parenti di lei più piccole, uccidendo queste ultime. Le ragazze vittime della furia cieca del 28enne appartenevano tutte alla casa dei dalit, ossia dei paria (intoccabili), che sarebbe il gradino più basso della gerarchia sociale concepita dalla religione induista. La tragedia in questione è avvenuta due giorni dopo San Valentino nel villaggio di Bahuhara, nello Stato federato dell'Uttar Pradesh, nel nord del Paese. In India stanno purtroppo avvenendo da anni violenze contro le donne, in particolare contro quelle di estrazione sociale più bassa, con 33.977 stupri denunciati nel solo 2018. Tuttavia, data la natura endemica del problema e il fatto che molte vittime di violenze preferiscono non denunciare per paura di ritorsioni, la medesima cifra sarebbe sottostimata.
Relativamente a quanto perpetrato dallo spasimante respinto, egli, appartenente a una casta superiore, aveva scelto il giorno degli innamorati per dichiarare il proprio amore alla 17enne dalit. Tuttavia, la ragazza non aveva accettato la corte fattale dal 28enne, scatenando di conseguenza un forte desiderio di vendetta nel ragazzo. Due giorni dopo San Valentino, lo spasimante respinto avrebbe infatti messo in atto il proprio piano omicida, attirando in trappola la sua amata e le due parenti adolescenti della stessa. Recatosi insieme a un amico a incontrare le tre ragazze dalit, il 28enne offriva allora alle stesse cibo e acqua mescolati a “un pesticida”. Dopo avere mangiato e bevuto quanto offerto da lui, le tre avrebbero quindi perso i sensi.
Le malcapitate sarebbero state ritrovate in un campo poco dopo dalla polizia, con mani e piedi legati con i loro stessi vestiti e ancora prive di sensi, ma per le due parenti della 17enne, che avevano 14 e 15 anni di età, non c’era più nulla da fare. L’unica sopravvissuta delle tre, dopo un ricovero d’urgenza in ospedale e dopo avere ripreso conoscenza, sarebbe riuscita a denunciare agli agenti l’ex spasimante e l’amico dello stesso. I poliziotti hanno alla fine arrestato, venerdì scorso, i due sospettati, con il 28enne che ha confessato di avere architettato l’avvelenamento per vendicarsi della ragazza che l’aveva rifiutato.
Tale episodio di cronaca ha scatenato numerose proteste nell'Uttar Pradesh e in tutta l’India, con i dalit che chiedono la fine delle violenze contro di loro da parte dei membri delle caste superiori.
Proprio in quello Stato federato, il fenomeno degli attacchi contro le donne paria è molto grave, come dimostra la vicenda di un’abitante del posto che, nel 2019, è stata bruciata viva mentre si recava a denunciare gli uomini che l'avevano violentata. Lo scorso settembre, inoltre, un'altra giovane dalit è stata stuprata in quello stesso Stato e ridotta in fin di vita da membri di caste superiori.
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