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Iran, legalizzato il commercio di organi di condannati a morte

La nuova legge iraniana è stata condannata dal sindacato locale dei medici, mentre è stata apprezzata dall’associazione dei donatori di organi

Iran, legalizzato il commercio di organi di condannati a morte

In Iran è stata appena varata una legge che autorizza la vendita degli organi dei condannati a morte.

A comunicare ai media occidentali il varo, da parte del parlamento di Teheran, del provvedimento in questione, che modifica il codice penale del Paese islamico, è stato il sindacato locale dei medici, che ha contestualmente usato toni molto critici per commentare le disposizioni alla base della riforma.

Ali Jafarian, esponente di tale sindacato in quanto chirurgo epatico presso l’ospedale Khomeini della capitale iraniana, ha poi affermato, contattato dal quotidiano britannico The Daily Telegraph, che la modifica legislativa incriminata sarebbe stata promossa direttamente da Ebrahim Raeesi, presidente della Corte suprema del Paese asiatico.

Le disposizioni di recente approvazione, sempre a detta dell’associazione rappresentativa dei camici bianchi, stabiliscono la “piena legalità” del commercio degli organi dei soggetti giustiziati, che però potrà avere luogo soltanto qualora non vi siano “elementi ostativi alla vendita” certificati da un medico legale e qualora sia stato concesso un nullaosta dal ministero della Giustizia. Stando ai dettagli forniti a The Daily Telegraph dal sindacato locale, inoltre, il consenso preliminare del condannato a morte all’espianto e alla conseguente messa in commercio di parti del suo organismo “non sarebbe affatto contemplato” dalla controversa normativa.

Jafarian, sempre a nome dell’associazione di cui è membro, ha quindi bollato la recente riforma come “un’iniziativa disonorevole, che allontana ancora di più l’Iran dal mondo civile”. Egli, allo stesso tempo, ha denunciato che, dietro la legalizzazione della vendita di organi di persone giustiziate, vi sarebbe la volontà delle autorità di Teheran di trasformare l’ex Persia in un paradiso turistico per i ricchi in attesa di un trapianto”.

Ad avviso del chirurgo, tale provvedimento sarebbe appunto emblematico della volontà del governo degli ayatollah di attrarre nel Paese “turisti miliardari” disposti a pagare qualsiasi cifra per ottenere un organo umano sano. Costui ha infine rivelato: “Incentivando gli arrivi di stranieri facoltosi in cerca di parti del corpo adatte a essere impiegate in trapianti, l’esecutivo Rouhani spera di risollevare la stagnante economia iraniana”.

Apprezzamenti verso il contenuto della riforma sono stati invece espressi dalla locale associazione dei donatori di organi. Tale ente, per bocca del suo presidente Katayoun Najafizadeh, ha infatti salutato la legalizzazione del macabro commercio come uno strumento idoneo a “salvare le vite di migliaia di persone che attualmente in Iran attendono un trapianto”.

Finora, ha precisato la Najafizadeh, gli ospedali della nazione islamica avrebbero registrato“scarsissime donazioni di parti del corpo”, a causa della “ritrosia” dei comuni cittadini e, di conseguenza, la nuova normativa aiuterà le strutture sanitarie del Paese a “incrementare le proprie riserve di organi pronti per essere trapiantati”.

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