"Iron man" e il "macellaio": chi deciderà davvero la battaglia finale

Adesso che la battaglia nel Donbass si fa decisiva, ecco chi sono i due generali che guidano l'esercito ucraino e quello russo allo "scontro finale"

"Iron man" e il "macellaio": chi deciderà davvero la battaglia finale

Adesso che lo scontro di guerra tra Russia e Ucraina ha il suo epicentro a sud ma soprattutto ad est, sui territori del Donbass, sono necessari dei generali in grado di far "vincere" quello che è stato definito come "lo scontro finale" prima di un cessate o il fuoco o, comunque, dell'inizio di una terza fase ancora difficilmente prevedibile. Ma chi sono i condottieri dei due eserciti? Da parte ucraina c'è un uomo in gamba, lo stratega dietro a tutti i successi militari di Kiev e nominato nel suo attuale ruolo dal presidente Volodymyr Zelensky a luglio dell'anno scorso per svecchiare le forze armate dell'Ucraina: il nuo nome è Valeriy Zaluzhnyi.

Chi è il "generale di ferro"

Nato in una famiglia di militari, infanzia nella città della madre Chernihiv, da piccolo sognava di diventare anche solo un soldato semplice ma oggi è soprannominato Iron Man, "Generale di ferro" o "l'indistruttibile", come lo chiamano in patria dove lo considerano già un eroe. Zaluzhnyi incarna una generazione di militari che si sta preparando alla guerra totale contro la Russia dal 2014: sono quelli che si sono fatti le ossa per otto anni nel Donbass e, quando non erano al fronte, sono andati ad addestrarsi in Europa con le forze della Nato. Da queste esperienze è uscito un gruppo di professionisti dell'esercito che, privi della rigida impostazione sovietica dei loro predecessori, in queste settimane sono riusciti a spiazzare le forze di Mosca con uno stile di guerra più agile, decentralizzato e creativo. A differenza dei generali Zaluzhnyi non ama le luci della ribalta internazionale che ha lasciato sin dall'inizio della guerra al presidente Zelensky. Quasi nessuna intervista da febbraio, pochissime apparizioni pubbliche, comunica solo con i post sul suo account Facebook con brevi aggiornamenti operativi alternati a messaggi di ringraziamento a medici, truppe e popolo ucraino.

Chi è "il macellaio"

Il generale che invece guida gli invasori russi si chiama Alexander Dvornikov, un veterano pluridecorato, insignito nel 2015 del titolo di "Eroe della Federazione Russa" per aver guidato l'intervento militare russo in Siria. Il cambio di strategia, con l'arrivo di un comandante unico responsabile di tutte le operazioni, è stato confermato alla Bbc da un funzionario di alto livello che ha chiesto di restare anonimo: "Dvornikov ha un'enorme esperienza derivante dalle operazioni russe in Siria, ci aspettiamo che migliori il coordinamento delle forze russe in Ucraina", ha raccontato. La svolta, secondo gli analisti internazionali, è la prova delle frustrazioni di Mosca dopo che i feroci combattimenti di un mese e mezzo non hanno portato i risultati sperati dal Cremlino: Kiev non è stata presa, il governo ucraino non è stato rovesciato, l'esercito non si è arreso. La palla del comando dell'intera operazione speciale passa dunque a Dvornikov direttamente dalle mani di Vladimir Putin. Il generale, classe 1961, compare sempre in uniforme accanto allo zar o ad altri militari. In Siria ha usato schemi di attacco che riproducevano quelli della guerra in Cecenia dove, da comandante, disponeva offensive su più fronti con bombe guidate e a grappolo in modo da devastare le città per indurle alla resa.

Generali a confronto

Cosa hanno in comune i due generali che guidano i rispettivi soldati? Nulla. Se Dvornikov ha il curriculum bagnato con il sangue dei civili siriani e ceceni massacrati senza pietà, Zaluzhnyi è figlio di un militare, laurea a Odessa e accademia a Kiev con medaglia d'oro. Come ricorda Repubblica, nel 2014 ha guidato una brigata nel Debaltseve, dove si combatté una delle battaglie più drammatiche e sanguinose per le forze armate ucraine. Putin invece ha scelto un 60enne accusato spudoratamente di aver utilizzato ogni arma ibrida pur di ottenere l'obiettivo: tortura, armi chimiche, distruggere ogni forma di resistenza a tutti i costi.

"Nuove pagine di brutalità russa"

La nomina di Dvornikov non è passata inosservata ed è stata commentata dagli Stati Uniti in maniera estremamente negativa. Accusato, in passato, dei metodi brutali in Sira, "probabilmente" avremo "un'altra pagine dello stesso libro della brutalità russa": lo ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando che "lui ed altri vertici militari russi hanno mostrato di non curarsi di evitare di danneggiare civili, la loro mancanza di rispetto per le leggi della guerra, dei conflitti armati e la brutalità con cui conducono le loro operazioni". "Possiamo affermare con certezza sulla base di quello che abbiamo visto in passato" ha concluso.

"Inefficacia dei piani di Mosca"

La nomina del generale Alexander Dvornikov alla guida della guerra in Ucraina rappresenta un'ulteriore dimostrazione del fatto che la determinazione della resistenza ucraina e l'inefficacia della pianificazione russa "hanno costretto Mosca a rivedere le sue operazioni nel Paese concentrando l'offensiva nel Donbass": è il parere dell'intelligence britannica, che ricorda come l'incapacità di Mosca di coordinare l'attività militare abbia ostacolato finora l'invasione. La nota è stata riportata dal ministero della Difesa di Londra nel suo consueto aggiornamento sulla situazione nel Paese.

L'intelligence ricorda l'esperienza di Dvornikov alla guida dell'intervento militare russo in Siria ed il suo ruolo, dal 2016, di comandante del distretto militare meridionale russo confinante con la regione del Donbass. E conferma che con Dvornikov Mosca cerca di "centralizzare il comando e controllo" delle operazioni.

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