C'è ora un mandato di arresto per terrorismo che pende sulla testa di Meriem Rehaily, 21enne di origini marocchine che con la famiglia abitava ad Azergrande, in provincia di Padova.
La ragazza non si trova più in Italia dal luglio del 2015. Ha abbandonato la sua vita ed è finita in Siria, dove si è unita ai terroristi del sedicente Stato islamico, rispondendo alla chiamata del Califfato.
Il gip di Venezia Roberta Marchiori ha firmato il provvedimento dopo la richiesta arrivata dalla procura antiterrorismo. Della Rehaily al momento non si sa nulla. A febbraio si era diffusa la notizia, poi smentita, che fosse entrata in contatto con la famiglia.
Il padre di Meriem, Redouane, all'Ansa aveva poi spiegato di non essere a conoscenza di nessuna telefonata della figlia e di non avere altri parenti in Italia con cui avrebbe potuto farsi sentire.
Per lasciare l'Italia la ragazza avrebbe preso a Bologna un aereo diretto in Turchia. Da qui avrebbe raggiunto il confine meridionale del Paese e varcato il confine turco-siriano, seguendo una rotta che in questi anni hanno percorso migliaia di persone.
Sarebbe avvenuta tutta in rete la radicalizzazione della giovane Meriem, come per
tanti altri ragazzi e ragazze della sua età che hanno poi preso la strada della Siria o dell'Iraq, unendosi ai jihadisti che dall'estate del 2014 combattono sotto la bandiera nera di Abu Bakr al-Baghdadi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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