In Francia il governo ha lanciato una ondata di misure antiterrorismo che porteranno, nei prossimi giorni, ad un controllo capillare dei luoghi di culto islamici.
"I servizi statali lanceranno un'azione massiccia e senza precedenti contro il separatismo. Nei prossimi giorni verranno controllate 76 moschee sospettate di separatismo e quelle che dovranno essere chiuse lo saranno", ha scritto su Twitter il ministro dell'Interno Gerald Darmanin, misura che ha confermato durante un’intervista radiofonica concessa, nella mattinata di giovedì 3 dicembre, all’emittente RTL.
Le moschee, quindi, saranno ispezionate per accertarne il rispetto dei principi democratici francesi e se dovessero emergere forme di radicalizzazione saranno chiuse.
Lo stesso Darmanin ha spiegato che dei 231 stranieri illegali registrati in Francia come radicalizzati 66 sono stati già espulsi, 46 sono in centri di detenzione amministrativa, 30 sono agli arresti domiciliari e cinque sono stati incarcerati.
La Francia ospita la più numerosa comunità musulmana in Europa e la serie di attacchi di matrice islamica subita negli ultimi mesi dal paese d'oltralpe ha portato il locale governo a misure drastiche. Mentre le associazioni islamiche temono "punizioni collettive" per tutti i musulmani a causa degli atti compiuti da pochi fondamentalisti, il giro di vite del governo è considerato dall'opinione pubblica come la necessaria risposta ai numerosi attacchi, che hanno provocato diverse vittime, delle ultime settimane.
La promessa di Darmanin è stata quella di reprimere quello che ha definito "il nemico interno". Già lo scorso 20 ottobre, il governo di Francia aveva ordinato la chiusura temporanea di una moschea fuori Parigi, la Grande Moschea di Pantin (sobborgo a basso reddito nella periferia nord-orientale della capitale), dopo che diverse persone, indagate per incitamento all'odio, avevano condiviso un video su Facebook contro l'insegnante Samuel Paty, docente che aveva mostrato le caricature di Maometto ai suoi studenti e che poi era stato decapitato in pieno giorno vicino alla sua scuola.
Nei giorni scorsi la Francia ha chiuso un "Collettivo contro l'islamofobia" che, secondo Darmanin, "ha costantemente portato avanti un'azione di propaganda islamista", come emerge dal decreto di scioglimento del collettivo disposto dal Consiglio dei ministri.
Risale al 28 ottobre, invece, lo scioglimento di un’altra organizzazione accusata
dal governo di alimentare legami con i musulmani radicali. Si tratta dell’associazione di beneficenza musulmana BarakaCity, una Ong fondata da Idriss Sihamedi, uomo che da tempo è sotto il controllo delle autorità francesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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