Servirà a calmare le acque la decisione presa nella mattinata di oggi da Israele, che dopo essere rimasta per giorni ferma sulla sua decisione ha fatto un passo indietro, cedendo all'idea di togliere i metal detector dalla Spianata delle moschee di Gerusalemme, gesto che aveva scatenato l'ira del mondo islamico e portato a violente proteste, sette morti e feriti nel Paese.
Quegli stessi sistemi di sicurezza posti dopo l'uccisione di due agenti di polizia israeliani, colpiti due settimane fa con pistole e armi artigianali, fatte arrivare all'interno del sito religioso, ora saranno sostituite da "una sorveglianza intelligente" e meno invasiva, secondo la stampa. Nel tentativo di placare l'ira delle migliaia di persone che sono scese in strada venerdì, a protestare contro quello che ritenevano il mutamento di uno status quo, quello della Spianata, o Monte del tempio, estremamente delicato.
Non si è fermata a Gerusalemme l'ira del mondo musulmano. Ad Amman due cittadini giordani sono rimasti uccisi nei giorni scorsi, dopo che uno di essi aveva attaccato una guardia israeliana dell'ambasciata con un cacciavite in mano, in un appartamento vicino all'edificio utilizzato dalla diplomazia. Accidentale il secondo decesso.
Un episodio che ha messo a rischio l'equilibrio diplomatico con Amman, una delle poche capitali arabe a intrattenere rapporti con Israele e custode di Al Aqsa. La Giordania vorrebbe ora indagare la guardia dell'ambasciata, che secondo Israele gode però dell'immunità diplomatica.
La guardia, identificata dalla stampa locale solo come Ziv, è tornata in Israele e ha incontrato oggi il premier Benjamin Netanyahu, insieme all'ambasciatore in Giordania Einat Schlein.
Una scelta, quella di lasciarlo andare, che ha scatenato l'ira del parlamento giordano, con diversi politici che hanno lasciato l'aula in segno di protesta. La famiglia dell'aggressore ha chiesto pubblicamente la pinizione e l'esecuzione dell'uomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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